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1128. Francesco Sforza a Giovanni Mauruzzi da Tolentino 1450 dicembre 12 Lodi

Francesco Sforza informa Giovanni Mauruzzi da Tolentino che, a istanza di Guarnerio Castiglioni, fece imprigionare alcuni uomini d'arme accusati di furto a un suo famiglio, ma vennero poi liberati per avere, tramite il tesoriere di Cremona, risarcito il danno: cosa che il Castiglioni contesta. Si appuri la verità, e se il tesoriere ha il danaro, lo passi al Castiglioni.

[ 294v] Domino Iohanni de Tolentino (1).
Altre volte ad instancia del spectabile doctore meser Guarnero da Castiglione, nostro consiliero, scripsimo che fossero sostenuti certi homini d'arme della squadra de Pietro dela Bella, quali se trovoreno havere robbato uno suo fameglio, quale per la guerra facevamo a Mediolano venaria a noy ad utile et bene del stato nostro, et non fossero relaxati se prima non restituiseno la robbaria o daese securtade de restituirla. Et quamvisdio habbiamo dapoy intexo ch'el dicto nostro thexaurero lì (2) se habbia asecurato dela restitucione da fir facta et gli homini d'arme siano liberati, como de ciò doveti essere informato, pur el prafacto meser Guarnero se grava dicendo che mai non ha havuto niente. Pertanto volimo che habbiati a vuy dicto thexaurero et sapiate da luy como è passata la facenda, et trovando che esso habbia recevuta la secureza, mediante la quale l'homini d'arme siano liberati et relassati, fati ch'el satisfacia ad esso meser Guarnero como è bem ragionevole, respondendo poy ad noy como haveriti facto supra ciò, et in questo uxate diligentia, perché nostra intencione è che dicto meser Guarnero sia satisfacto. Data Laude, die xii decembris 1450.
Cichus.


(1) Si tratta di Giovanni Mauruzzi da Tolentino.
(2) Identificato come Antonio Trecco (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 412).