Registro n. 2 precedente | 1147 di 1791 | successivo

1147. Francesco Sforza all'arcidiacono di Piacenza 1450 dicembre 14 Lodi

Francesco Sforza scrive all'arcidiacono di Piacenza di non capire perché, dopo sei mesi di pacifico possesso della prebenda e del canonicato nella pieve di Castell'Arquato, egli si sia sbizzarito a molestare il titolare del beneficio, il suo capellano. Si calmi, altrimenti prenderà dei provvedimenti.

[ 298v] Archidiacono Placencie.
El religioso homo sacerdote, nostro capellano, ne ha narrato et exposto che, già sonno sey mesi proximi passati o circha, fu electo alla prebenda et canonicato già de domno Christoforo de Iguarnieri, in la pieve de Castello Arquà como dice apparere publice et autentice et con solemnnità opportune et confirmato per messer lo vicario de messer lo vescovo de Piasenza (1) et tenuto et posseduto pacifice et quiete per tanto tempo, mo pare sia inquietato et molestato da voy, o dai vostri, de che ne maravigliamo, né sapiamo donde questo proceda che havendo posseduto quietamente tanti mesi dicto canonicato et prebenda, sia mo molesta. Et essendo cussì volemo et confortiamove ad non perturbare, inquietare et molestare epso nostro sacerdote et capellano, quale havemo carissimo, né consentire sia in ciò molestato da nisuno, sì che el giusto habbia loco, et quando altramante fosse, che non crediamo, gli provederamo noy opportunamente et bene. Data Laude, die xiiii decembris 1450.
Cichus.


(1) Si tratta del vescovo Nicolò Amidani (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 746).