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1171. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza 1450 dicembre 15 Lodi

Francesco Sforza ringrazia il fratello Alessandro per le notizie su Firenze. Lo consiglia di barcamenarsi, perché Cosimo de' Medici dice una cosa e gli «excelsi signori fiorentini ordinano un'altra». L'indirizzo di Francesco è di tenere la via di mezzo, cosicché né l'una né l'altra parte gli «possa dare imputazione». E' l'atteggiamento che deve guidare Alessandro anche nel dare la figlia Ginevra al figlio del defunto Giano Fregoso: non prendere nessuna decisione, perché la faccenda «non recresca» al doge e a Tommaso Fregoso.

[ 303r] Domino Alexandro Sfortie, et cetera.
Havimo veduto quanto ne hay scripto per la toa de dì viii del presente del scrivere de Francisco da Cusano et de quanto luy ha reportato da Fiorenza, et cetera, et de quelli homeni d'arme de Beltramo, che sonno venuti là da ti, remanemo advisati ad compimento de ogni cosa et al scrivere d'esso Francisco haverimo advertentia, como tu ne scrivi. Et perché per un'altra de dì nove del presente ti havimo scripto ad compimento deli modi che tu hay ad servare, tanto in lo allozare de là quelle nostre gente, quanto in altre cose, como siamo certi haverai veduto al'havuta de questa, non dicemo altro circa questa parte, si non che vogli exequire cum effecto quanto te havimo scripto, et in questo facto portati bene, cum honestà finché quelle cose dellà siano ben chiare, como è la volontà et desiderio nostro et como anchora tu vedi la materia rechiede. Et perché il magnifico Cosmo scrive una cosa et li excelsi signori fiorentini ordinano un'altra, vedi de portarti per la via de mezo con tali modi che né l'una parte né l'altra ti possa dare imputazione, ma piutosto commendatione, siché siano ben chiari et certi che in ogni cosa loro possano disponere de ti et de quelle nostre gente como de loro proprii.
Ulterius havimo havuto dal'illustre signor duxe de Zenova et da miser Nicolò da Campofregoso, capitaneo de zenovesi, due lettere dele quale ti mandiamo le copie qui incluse, aciò che tu intendi quello che loro scrivono. Pertanto te dicemo et volimo che con loro subditi ti porti honestamente et bene et non altramente, che se fossero nostri proprii, perché cossì è la nostra voluntà et questo volimo che tu gli debbi chiarire per littere et messi sì che ne siano ben certi.
De Boccacino havimo inteso quello scrivi, nuy gli scrivimo che per adesso debia soprastare, et parne ben facto per li respecti che tu ne scrivi.
Ala parte de dare Genevra, tua figliola, al figliolo che fu del quondam Ianus da Campofregoso, dicemo che in questo facto tu non vogli fare deliberatione alcuna per non fare cosa che recresca al'illustre signor duxe de Zenova et a miser Thoma de Campofregoso, quali pretendono havere rasone in quelle cose dellà, che teneva quello miser Ianus, ma vogli tenere sospesa questa cosa con quelli migliori modi che ti pariranno per non dargli la negativa né la affermativa, et vedi honestamente quello che ha questo pucto, che sia suo proprio et che non gli habiano da fare altri, et quello che vorria de dote et chiarisceti dela conditione d'esso pucto, et de ogni cosa ne avisaray particulariter.
Dela differentia è fra Morlino et Iohanne Zorzo da Lampugnano havimo inteso quello che tu ne scrivi, nuy te mandiamo qui alligata la lista ordinata dele squadre et secundo questa volimo li debbi governare. Laude, die martis xv decembris 1450.
Cichus.