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118. Francesco Sforza ai Maestri delle entrate 1450 agosto 16 Lodi

Francesco Sforza dichiara che il sussidio accordatogli da Pavia con un'addizionale sui dazi non lo soddisfa affatto per il danno che ne deriverà alle entrate ducali dell'anno successivo. Per questa ragione manda a Pavia Giovanni Pietro Caimi, perché s'intenda sulla faccenda con Oldrado Lampugnani, Lancillotto Del Maino e la comunità pavese.

[ 89v] Magistris intratarum.
Como credemo habiati inteso, per lo subsidio qualle havemo domandato alla comunità nostra de Pavia la dicta comunità ha deliberato subvenirci dono de fiorini xv milia, benché nuy invito l'habiamo acceptati, perché nuy volevamo ne subvenissero supra le nostre intrate del'anno futuro, et ha deliberato dicta comunità che questi fiorini xv milia siano rescosi sopra l'addicione deli dacii. Et perché li dacieri molto se sonno gravati de queste addicioni, allegando che, non obstante sia la desfactione loro per questo anno, ma sarà gran preiudicio in l'anno a venire ale intrate nostre, nuy havimo scripto ad vuy et così alli spectabili misser Oldrado et Lanzaloto a Pavia che intendessero bene questa cosa et poy facessero quello gli paresse lo meglio. Et perché ne pare per questo sia dilongato lo facto nostro et lo bisogno nostro richede cellerità, perhò volimo che vuy, Iohannepetro Caymo, andati domatina a Pavia et ve intendiati cum li predicti misser Oldrado et Lanzaloto et la comunità quale ha facta dicta adicione et, intiso insieme el tuto, volimo che dichiarate questa cosa che habia fine, che nuy habiamo lo facto nostro, per quello meglior et più honesto modo et forma vi parerà, perché nuy damo lo peso et lo incarico a vuy et li predicti in Pavia. Et che questa dichiaratione sia facta per tuto martedì o mercordì proximo futuro infalanter et che nuy ne siamo advissati. Et facto questo, cerchati le vie et li modi per li qualli se possano retrare li dicti xv milia fiorini et che li possiamo assignare ad alcuni nostri conducteri et homini d'arme. Data Laude, die xvi augusti 1450.
Cichus.