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1220. Francesco Sforza a Soave Soavi da Bologna 1450 dicembre 18 Lodi

Francesco Sforza si sfoga irato con il podestà di Cassine, Soave Soavi da Bologna, autentico zuccone, per cui gli spiega il tenore esatto della lettera ducale. Con sprezzo gli dice che dovrebbe punirlo, ma non vale perdere tempo con lui.

Potestati Cassinarum (1).
[ 312v]
Havimo recevuta toa littera et inteso quanto ne scrive de Aluiso da Tincti da Lodi che è venuto là et presentatose da ti como gli ordinassimo et che cum lui hai retenuto Petro da Sancto Angello, nostro cavallaro, dicemo che ne maravigliamo molto de ti che sei tanto grosso et habi sì poco intellecto et discretione, che tu non intenti le nostre littere et che non le mandi ad executione como nuy te scrivemo et se trovamo molto mal contento deli facti tuoi, perché lo simele fallo haveresti comeso in magiore cosa de questa et se tu guardi bene in quella nostra littera che ti scrissemo, nui dicemo che abbi retenere là lo dicto Aluisio et havere cura che non se parta de lì senza nostra licentia, et non t'havimo scripto che debbi retehere lo dicto Petro, lo quale nuy mandavamo in compagnia d'esso Aluisio che lo presentase a ti et tu per lo dicto Petro ne avisasse como esso Aluiso se fose presentato da ti, ma tu hai facto questo de toa testa e non per nostro ordine, né commissione dela qual cosa tu meriteresti una grande castigatione et punitione, ma nui vogliamo guardare ad altri et non a ti. Qual che sia, volimo subito ne mandi qui da nuy lo dicto Petro, nostro cavallaro, et le spese che esso Petro ha facte là cum la sua cavalla et così le spese farà in lo retornare qui da nuy intendemo che l'habia facte a tuo costo, e non migha al nostro, nì suo et così gli pagarai di tuoi dinari dicte spese, como havimo dicto. De Aluiso da Tinti exequiray quanto te havimo scripto per la littera sotoscripta de nostra propria mano, como hay veduto. Laude, xviii decembris 1450.
Cichus.


(1) Si tratta di Soave Soavi da Bologna.