Registro n. 2 precedente | 1243 di 1791 | successivo

1243. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza 1450 dicembre 20 Lodi

Francesco Sforza vuole che il fratello Alessandro liberi subito il conte Francesco della Mirandola che, a quel che gli scrive Ludovico III Gonzaga, lui tiene in prigione. Se, poi, non è lui il carceriere, si dia da fare perché detto conte abbia la roba sua e la libertà.

[ 317r] Domino Alexandro Sforcie.
Per littera del'illustre signor meser Ludovico, marchexe de Mantoa, havimo inteso ch'el magnifico conte Francesco dala Mirandola era dal canto dellà per acconcio de quelle cose et che retrovandosi ad questi dì in la Massa è stato pigliato et che tu lo teni in presone et gli hay tolta tucta la robba soa, la qual cosa advenga nuy non possamo pensare sia proceduta da ti, ad noy è stata molestissima et tanto quanto per niuna altra ti potesseme dire per molti respecti. Pertanto, considerato che cum lo dicto conte Francesco havimo havuto già longo tempo et havimo mo più che may bona amicicia et benivolentia, como tu say, et lo tenimo et reputamo per nostro fratello et amicissimo, volimo, se may pensasti de fare cosa che grata et accepta ne dovesse essere, tu lo debbi relassare liberamente et senza alcuno paghamento et metterelo in soa libertà et rendergli et fargli rendere ogni cosa integramente che non gli mancha uno pontal de stringha. Et se per caso el dicto conte Francesco non se trovasse essere in toa possanza ma in mane de alcuno altro delli signori fiorentini, volimo faci ogni opera con effecto che omnino sia rilassato, como havimo dicto, se bem tu dovesse andare in persona a Fiorenza. Et perché tu credi che questo proceda della mente nostra, havimo sottoscripto la presente de nostra propria mane. Laude, xx decembris 1450.
Franciscus Sfortia Vicecomes menu propria subscripsit.
Cichus.