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133. Informazioni da riferire a Francesco Sforza da parte di Guarnerio Castiglioni sine data [1450 agosto]

Guarnerio Castiglioni si impegna ad aumentare l'entrata dei dazi di Novara, dei quali dà informazioni sia per la città sia per il vescovato. Considerato il notevole contrabbando di sale e la modesta quota fissata, propone di elevarla da 4 mila a 7 o 8 mila staia e di incantare la tassa del sale per questa cifra. Per Garlasco, di cui è feudatario, assicura che non intaccherà le entrate ducali.

Instructio et memoria dicendorum illustrissimo domino nostro parte domini Guarnerii (1).
Primo, che iunto che fo in Novara, fece le pratiche cum varie et diversi citadini per obtenere li accresimenti de dacii, segondo la comissione, et conduxi tuti li principali discordi in altro ad consentire a questo, quantuncha alcuni populari fossano molto contrarii. Et narrari tuti li progresi et difficultate sarebbe cosa più longa et tediosa che subtile. Ma perché sempre dicevano voler fare per sua qualitate como le altre citate, quantuncha foseno rari, poveri et afflicti, mandorono a Pavia. Et anche vene lì uno mese Susino de Simone, fornaro, che dixi male asay, che non volevano rumpere convencione né accrescere dacii, se non per questo tanto in modo che novaresi pretendevano non tocargli uno quinto de quello subsidio de Pavia per gli extimi antichi et voleseno fari a quella rata. Post multa, la excellentia sua me scripsi che attendesse alla expresione de quantitate et facesse questa conclussione et rechedessi fiorini xii milia senza molestia de citadini et non gli metese umbreza che anche non se facese per meno et che venesse ad conclusione o sopra accressimenti de dacii o de altro. Et per questo, per omni industria, cum magiore fatica che may avesse, ho facto conclusione credo molto bona et assay conforme alla peticione dela excellentia sua et per cavari più denari et per remediare al stilo antico, che de ogne carrico la citate toleva el terzo et gli dui terzi compartiva in el vescoato de fora, secondo la qualle forma haveriamo havuto doe volte più denari, ma non s'è potuto fare al presente, perché quasi tute le terre de fora sonno alienate et infeudate, excepto tre. Pertanto la citate cum poche villete desfacte s'è obligata per instrumenti publici, non obstantibus convencionibus, a subsidio de libre xii milia sopra acresimenti de dacii et de sale. Et ulterius sono taxate libre cccc milia dccc ad Olegio, Cerrano et Borgo Maynero, per lo qualle sonno offerti fiorini ii milia, ma restiamo in conclusione che sianno libre iiii milia, per compire florini x milia. Tochaveno etiam a Breme, Romagnano et Carpegnano circha fiorini mile, ma dicano che tute l'intrate sonno date ad Francesco et Imerico et per questo senza special comissione non sonno taxati, siché la sua excellentia pò chiarire questo passo. Le altre terre bene non respondano. Messer Oldrado (2) tene Trechate, Ugolino Crivello Galiate, el conte Filipo tene nove terre del novarese, misser [ 94v] Zanardo Torniello et messer Thomaso Caza tengano el resto per feudo novo, siché la citate remane quasi sola et non fa octocento homini da guardia et ritrovo Olegio farne quasi più. Ma se la excellentia sua volese fosseno taxate quelle de Francisco et Imerico, sarebbe el subsidio appreso xviii milia libre, aliter resta in xvi milia. Et perché questi denari, quantucha foseno asay, secondo el scrivere dela signoria sua, perché la citate è povera, parendome tamen a me pochi alla necessitate sua et vedando la intrata del sale in frose et grandissimo straxordine, perché non se leva la mitate dell'usato et tute le gabelle non le valeno più de libre ii milia dccc et mangiasse più salle vercellese, per fede et devocione me son sforzato fare ordinare et alzare quella intrata et accrescere più de altre libre vi milia o vii milia per sutile industria, dela quale novaresi non sono avisti, per fare reiusire in tuto circa libre xxiii milia, in questa forma che ho capitulato in contratto: che ultra l'interciamento de dacii extanti acrescano x soldi el staro del salle, ma xxxx per staro per lo subsidio, et perché ritrovo così poca leva de sale, se debia fare et moderare la taxa vegia per fare levare mazor quantitate de sale in citate et tuto el vescoato, in modo che, levandose adesso mancho che stara iiii milia, se ne levarà vii milia o viii milia servando el mio ordine. Et in questo acrescimento de iii milia stara et più, la excellentia sua guadagna non x soldi, ma xl per staro, siché qua serano dele libre vii milia sotocoperto. Ma non bisogna publicare questo guadagno per non guastarlo, ma solum exequire l'ordine et lo capitulo et havere el fructo. Et quantuncha sia dicto solum per questo anno et sequente, nondimancho saperò tenere modo che da poy se continuerà la taxa. Et facendo questo principio a Novara, sarà fundamento et casone de farlo per tuto el terreno, se gli sarà necessitate de denari per guerra per non perdere, quantuncha io più laudaria et piaceria la pace, ma, non potendola havere, se vale fare ogni cosa per vincere. Et questa parebbe la maior intrata et più comune et factibile, che removarene le frose et relevarene più che libre ccc milia ubique. Item, dirai ala excellencia sua che, quantuncha gli accresimenti de dacii predicti sianno per questo anno et sequente per lo [ 95r] subsidio tantum, como scripsi la signoria sua, nondimanco ad quello termino non dubito che se tenerà modo che Novara continuarà questi accrescimenti, se Pavia et l'altri citate farano el simile, perché molti se spegiano in Pavia et al presente avevano convencione che non se potesse metre questo carrico, ma io gli ho mostrato agli libri et sostenuto per rasoni che le convencione non se extendeno quando emergi et nasci nova casone de periculo de stato. Così, finito questo tempo, sustineremo che per nova casone bisogna continuare questi acrescimenti, che in Novara seranno quasi alter tanto como la prima intrata, avissando che, quando gli dixi Pavia fare per xvii milia fiorini, fuoreno più retrogredi, dicendo che Novara non pò fare per lo sexto de Pavia, pur sono conducti ut supra, ma gi è bisognato et del dolze et del brusco et de ogni inzegno cum solicitudine, in el la qualle ho facto più ex corde che conservare la vita propria.
Item, diray che mio officio non è de incantare né scotre intrate et che poco valeria fare boni ordeni et contracti et accrescimenti se non foseno exequiti cum dilligencia et promptudine. Et pertanto è necessario mandare uno degli suoy Maystri o altro grato ad incantare gli dacii cum gli accrescimenti et accordare gli dacieri che non voleno scoteri gli accrescimenti et ad ordinare la predicta tassa de salle per tanta utilitate et non perdere tempo et anche facendo questo bono pegno per rehatare parte deli denari, bisognando, et cetera. Avissando etiam che ho havuto alcuni iorni el dolore collico et sonto infermo che potria essere fora de casa, quantuncha questa volta non habia voluto fare difficultate né excusacione.
Item, diray che, volendo misser Antonio Bosio retore el mio privilegio de Garlasco, ho sentito che tuto era per exceptare el salle, ma de questo non bisogna che la excellentia sua prenda affano, perché io gli farò per littera cum mano propria o per contracti chiareza o certeza de impagiarme de sale mercancia in gualdi, per dare exempio ad altri feudatarii, né may guastarò le sue intrate, quantuncha Garlasco a me vaglia pochissimo, avissando ch'el mio privilegio novo non è largo, anzi mezo et molto mancho che non era el vegio, et la reservacione non era posta nel mio privilegio vegio, perché fo facto già xvii anni inanti quello ordine. Nondimancho son (a)
[ 95v] Item, diray che de quelli lxxx ducati forano furati per lo fameglio tedesco et robati a luy non hagio rehavuto nesuno, perché, siando date le segurtate per xxx ducati, ha poy facta una littera che gli robbatori non siano astricti per fino non correno le pagge. Pertanto supplico se degna far lettera revocatoria et che siano astrecte le sugurtate a Melignano et Cremona, almancho per quilli xxx ducati, per non perderli tuti.


(a) La carta termina così.

(1) Si tratta di Guarnerio Castiglioni.
(2) Si tratta di Oldrado Lampugnani.