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1346. Francesco Sforza a Giovanni Ceno da Varese e Antonio Trecco 1451 gennaio 6 Milano

Francesco Sforza si lamenta con Giovanni Ceno da Varese e Antonio Trecco, rispettivamente referendario e tesoriere di Cremona, perché non hanno ancora pagato l'ingegnere Aguzzo: vuole che non si perda tempo e lo si paghi.

[ 338v] Referendario (1) et thexaurario Cremone (2).
Nuy te havimo scripto per littere sotoscripte de nostra mane dovesti dare alcuni denari ad magistro Aguzo, nostro inzignero, como hay veduto. Et fina qui lo hay tenuto in tempo et datoli parole, de che per certo ne maravigliamo et dolemone de ti che te porti così negligentemente, non considerando che noy havemo bisogno de magistro Aguzo dal canto de qua et per queste casone non lo possemo havere. Et pertanto provedi che infalanter, subito questa, dicto magistro Aguzo sia con effecto spazato, per modo possa venire da noy. Et non manchi, per quanto haveti cara la gratia nostra. Mediolani, vi ianuarii 1451.
Cichus.


(1) Identificato come Giovanni Ceno da Varese (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 411).
(2) Identificato come Antonio Trecco (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 412).