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135. Il podestà e la comunità di Pandino a Francesco Sforza 1450 agosto 17 Pandino

Il podestà e la comunità di Pandino respingono ogni accusa loro rivolta dai cremaschi.

Illustri domino duci Mediolani.
Illustris princeps et excellens dux domine noster, post humilissimam reverenciam et recomendacionem cum debita reverencia, havimo intiso quanto ne scrive la illustre vostra signoria sopra el facto dela lamenta ha exponuto lo magnifico misser Iacomo Antonio Marcello per la turbatione dela roga da Crema, qual se cava d'Ada. Cum digna humilitate avissamo la vostra illustre signoria è tuto in contrario como è significato, che alle xiiii del mese presente andono quilli da Crema ad una cum alcuni infanti forastieri alla dicta sua roza e li fereno uno arzeno et uno obstaculo nanti alla nostra roza contra ragione, per modo la nostra non ne haviva niente aqua. Et vedendo de tracta ad noy manchare aqua, mandassemo dui deli nostri ad vedere perqué manchava. Et quando forano al dicto loco, atrovareno li dicti cremaschi havere stopata tuta quanta la nostra. Et dicendo loro che haviveno facto male, li suoi fanti forasteri assaltareno li nostri et incalzareno, trandoli dele prede, per modo se non se fosano atrovati a cavallo gli haveriano aguastati. Siché, vedendo loro avere pecato, ha voluto prima lamentarse e levare lo pigno allo camparo. Et de questo se offerisemo de stare che se veda quello che de ragione. Ex Pandino, xvii augusti 1450.
Eiusdem vestre dominationis fideles subditi potestas et homines Pandini (a).


(a) La lettera è allegata alla missiva n. 134.