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1465. Francesco Sforza a Giovanni IV di Monferrato 1451 gennaio 13 Milano

Francesco Sforza sollecita Giovanni IV di Monferrato a risolvere la questione riguardante Antonio da Legnano e compagni, in modo che venga restituita loro la roba e, per ottenere un risarcimento, non si renda necessario ricorrere a sgraditi provvedimenti.

[ 362r] Domino marchioni Montisferrati, et cetera.
Altre volte, quando scripsemo ala vostra fraternità per la restitutione et satisfatione delle robbe tolte ad Antonio da Legnano et soy compagni sopra et nel territorio suo, se recordiamo essa fraternità havere, sì come sole sempre, benignamente et cortesemente resposto che ogni iniuria facta alli nostri subditi tanto li era molesta quanto, nì più nì mancho, se fosse facta alli soy et che qualunca cosa volesse la iustitia et honestate ch'ella facesse la faria volunteri, et summaria et favorevole quanto gli fusse possibile et fosse contra chi se volesse, etiam che la fosse contra se stessa, dummodo el dicto Antonio o andasse o mandasse da ella ad richiedere et demonstare sua rasone et nominasse contra chi pretendesse havere rasone per rispecto ala restitutione et satisfatione dele predicte robbe sue e de soi compagni suprascripti, et cetera. Quale resposta de vostra celsitudine molto ne piacque et ne fu grata como humana et gratiosa, quantunca sappiamo che de sua natura non saperia altramente fare, cossì è bene melinata et disposta da iustitia et ogni altra virtude et gentileza. Et è ben vero che anche nuy fariamo el simile non solo verso d'essa fraternitate et soe cose, ma etiam verso de ogni suo subdito per la carità et sincera benivolentia gli portiamo. Como adunca el predicto Antonio et compagni non siano satisfacti del danno hanno supportato et richiedano la satisfatione, per la quale hanno deliberato firmamente o de venire o de mandare qualchuno informato da essa, la confortiamo quanto sappiamo et possemo gli piaza de fargli fare summaria et expedita rasone, in modo che presto consequiscano la loro satisfatione et non habiano casone de più tornare lì per questa casone, immo siano integramente satisfacti del loro damno et non siano menati in longa né per via de piadezo. Il che facendo l'haverimo ad singulare contentamento et loro restarano contenti et obligati ala vostra fraternità, perché, quando altramante seguisse, non sapemo, secundo per altre habiamo scripto, como honestamente denegare che non provedissemo alla indemnitate soa secundo parisse conveniente ala iustitia et equitate. Il che, quando pur bisognasse, per non patire che li subditi nostri non havesseno il debito suo, fariamo tanto malvoluntera quanto porriamo dire, perché non vorriamo incorresse cosa alcuna potesse dispiacere ala prefata vostra fraternitade, ala quale desideramo piutosto gratificare in tucte le cose a nuy possibile. Ma prendimo conforto che la celsitudine vostra per la singulare sua prudentia, iustitia et modestia, farà tale tractamento al predicto Antonio et compagni restarano satisfacti et contenti et non sarà de bisogno fare altra provisione né per questo remandare più da ley. Mediolani, xiii ianuarii 1451.
Cichus.