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1468. Francesco Sforza a Innocenzo Cotta 1451 gennaio 19 Lodi

Francesco Sforza fa sapere a Innocenzo Cotta che lo accetta nello stato sforzesco, ma vuole che prima di portarsi a Milano si rechi a Pavia per saldare i suoi debiti.

[ 363r] Innocentio Cotte de Mediolano.
Havemo inteso quanto vuy ne havete scripto. De ogni cosa remanimo advisati et cossì dele excuse che ne fati del vostro essere partito da Monza in quel modo et forma che ve partesti. Unde ve dicemo che, quando le excuse vostre fusseno in quel modo che vuy diceti, haveresti rasone, ma dopo la partita vostra dovete havere trovato la cosa essere altramente et ch'el facto vostro non era in quel termine che credevate, como per altra nostra dovete havere veduto et compreso, ancora per altri deveti havere inteso. Et se voy non fosti stato cossì ben tractato dali nostri officiali, como diceti, dovevati essere certo che questo non era nostra intentione né che ve fosse facto torto alcuno, perché sapeti molto bene che da nuy fosti continuamente ben veduto, ma vuy ne dovevati fare advisati, perché gli haveramo proveduto como era la nostra voluntà. Quel che sia non volimo guardare ad questo, ma siamo contenti che vuy possiate repatriare et che veniati liberamente et senza dubio alchuno in lo territorio nostro. Et per assertare meglio lo facto nostro, non ne pare che vuy venati cossì per directo ad Mediolano, ma che ve nati ad Pavia et lì stare per alchuni dì, finché ve componirete cum li vostri creditori et remanirete d'accordio cum loro. Et como haveriti facto questo, sarimo contenti che voy possiati tornare ad Mediolano ad casa vostra ad fare li facti vostri et da nuy sarite sempre ben veduto, trattato et amato, però che ne rendimo certissimi che vuy actenderite ad bene vivere et ad fare lo dovere, perché nostra intentione è che tucti quelli sonno fora de Mediolano retornino ad casa loro, considerato havimo perdonato ad ogniuno, non obstante cosa alcuna passata. Laude, die xviiii ianuarii 1451.
Cichus.