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1506. Francesco Sforza a Marco Attendolo, conte di Cotignola 1451 gennaio 25 Lodi

Francesco Sforza si lamenta con Marco Attendolo, conte di Cotignola, di aver scritto invano perché Giovanni dal Purgatorio riavesse i tre ronzini o l'equivalente in danaro e poi se n'andasse al suo alloggiamento. Inoltre, s'era pur detto che trovandosi armi di Vitaliano Borromeo, se ne desse una a detto Giovanni. Ancora. Giorgio da Settara e Giovanni Todesco dicono non essere stati soddisfatti «della taxa lì a Borgonuovo».

[ 372r] Marcho de Attendolis, ex comitibus Cotignole.
Più volte te havimo scripto che tu fazi spazare Giohanne dal Purgatorio, nostro famiglio de quelli tri roncini o del precio de quelli, acioch'el potesse andare al suo logiamento et fare il facto nostro; et anche retrovandosse arme de quelle de Vitaliano che se affacesseno per luy che gli le facesti assignare et may non è stato facto niente nì del'uno, nì del'altro; se non volesti fare li facti d'altri doveresti fare al mancho li nostri, che questo è nostro facto, che a dare vino o feno e a tenere la cosa in lungo cum nostro damno et spexa si che provedi per quello modo te pare che spazando il se levi de lì et va da al suo logiamento in Milanese et non falli. Ceterum, Zorzo da Septara et Zohanne Todesco, nostri homini d'arme, ne dicono esserli stato deputata certa loro taxa lì a Borgonovo, et perché se absentarono per casone della moria, may non sonno stati satisfacti della dicta taxa. Pertanto provedi, se cossi è li sia facto el dovere e non falli a ciò non habbiano casone de inpignare l'arme et cavalli, che non saria fare el facto nostro; habbi anche advertentia che non havesseno havuta dicta taxa altroe, dove fosseno stati. Laude, xxv ianuarii 1451.
Cichus.