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1514. Francesco Sforza al podestà di Lecco 1451 gennaio 26 Lodi

Francesco Sforza preme con il podestà di Lecco perché le vettovaglie imbrocchino la diritta via di destinazione e, ivi giunte, vadano ai soli sudditi. Facciano da scorta il capitano della Martesana e quello del Lago.

Potestati Leuci.
Perché havimo molti cari quelli nostri homini et al cuore molto quelle nostre terre perché importano assay al stato nostro, intendendosse noy che per alcuno modo le victualie non sianno malmenate, né conducte altroe in uso de quelli che non sonno nostri subdicti, ti commectiamo et volemo che conducendossi là delle victualie provedi che non remanesse parte per le vie; circha il che volimo che habbi optima inteligentia cum el capitaneo nostro de Martesana et cossì cum Atonio Porro, capitaneo nostro de quello lacho, in modo che niente possa transire in sinistro, provedendo poy tu che de quelle saranno conducte là sianno dispensate et partite comunamente fra quelli nostri homini, advertendo che non sianno dispensate fra quelli che non sonno nostri subdicti. Et sopra tutto te caricamo et stringemo che habbi tale inteligentia cum li dicti capitanei nostri in modo che le dicte victualie non vadano contra li ordini et mente nostra. Laude, xxvi ianuarii 1451.
Cichus.