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1531. Francesco Sforza a Liberio Bonarelli 1451 gennaio 27 Lodi

Francesco Sforza risponde a Liberio Bonarelli, luogotenente di Alessandria, che per la richiesta di eliminazione delle esenzioni concesse in città e territorio, si faccia quello che giustizia concede. Vuole che si soprassieda alla esecuzione delle condanne irrogate a causa della peste.

Domino Liberio de Bonarelis, locumtenenti Alexandrie.
Quella nostra comunità de Alexandria ce ha facto richiedere per soy ambasiatori che voliamo revocare tutte le exemptione concesse, cossì per noy et per li nostri precessori como per essa comunità ad qualunche della dicta città o territorio d'essa, ali quali havimo resposto che per le exemptioni ha concessa essa comunità siamo contenti cognoschati quanto vole rasone. Et ita per le presente ve commetiamo che, vocatis vocandis et bene intelectis iuribus partium, faciati rasone ita che cum iusticia habbia cagione de lamentarse. Ceterum volemo che faciati suprasedere della executione delle condemnacione facte occaxione pestis, admonendo Iohanne Nigro de Visconti e qualuncha altro che se impazasse della executione, che suprasedeno fina tanto che scrivirimo altro supra ciò. Ulterius, perché quella nostra comunità ha mandato ad tore li capituli in carta peccorina quali havevano in papero, volimo ve faciati dare quella copia hanno in papiro et mandatila in mano de Cicho nostro secretario et basti a loro quella hanno reportati in carta. Laude, xxvii ianuarii 1451.
Cichus.