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1606. Francesco Sforza ai consoli, al comune e agli uomini di Bassignana 1451 febbraio 22 Milano

Francesco Sforza rimprovera ai consoli, al comune e agli uomini di Bassignana il dispregio che hanno per i rapporti di buon vicinato e, di conseguenza, li ammonisce che prenderà provvedimenti a favore dei suoi sudditi.

Consulibus, comuni et hominibus Bassignane.
Doveti havere inteso et sapere le convencione et boni ordini posti per lo bono vivere et vicinare deli nostri subditi cum quelli del vostro illustrissimo signore duca nostro cusino, et le commissione facte ali nostri per reprimere et punire quelli deli nostri che facessero contra el devere; doveti ancora sapere che dal canto deli nostri commissarii è facto el dovere cum bona iusticia a chi ge l'ha domandata, che se fuse cussì facta dal canto vostro, como siamo certi sia la bona voluntà del prelibato vostro illustrissimo signore non seriano occorsi de molti errori et excesi somo sonno, in volere occupare iuridicione, batere et robare l'homini nostri et, che più è, in amazare l'homini, como de presente è amazato uno de quelli del conte Otto da Bandello, como vui siti pienamente informati; et qual punicione sia facta, vuy lo sapeti, al nostro locotenente in Alexandria, domandando de parlare et essere cum al vostro locotenente per toglere le differencie, sapeti qual audiencia et rasposta gli sia facta. Le quale tucte cose non indicano vui volere ben vicinare, ma per volere noi provare in tucto l'animo vostro, pur fin amo' non havemo voluto far altra demonstracione, et cognoscendo nuy che pur perseverati in le molestie et [ 411r] non valere bone parole, ve avisemo che da mo' inanti non ve scrivaremo altro et non sentendo nuy che faciati altra punicione et lamendacione, a nuy serà necessario et per honore nostro et per la indennità deli nostri subditi, per li qualli siamo obligati pigliare altra provisione, perché credimo et siamo certissimi non sia voluntà del'illustrissimo vostro signore nostro cugino, ma credimo che molto gli rincreserà quando lo saperà. Et cusì ne avisaremo la signoria sua. Mediolani, xxii februarii 1451.
Cichus.