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1700. Francesco Sforza al vescovo di Tortona 1451 maggio 10 Milano

Francesco Sforza chidede al vescovo di Tortona il prestito di 100 ducati d'oro. Li riavrà con i primi denari che si scuoteranno della «scolastaria».

Episcopo Terdonensi.
Como la vostra paternità sa ne fece scrivere per lo mezo di Francisco Malecta, nostro segretario, trecento ducati quali se havesseno a scodere sopra li debitori della scolastaria, la quale exequitione, como la paternità vostra sa, la comettessimo ad Beltrammo da Madregnano, nostro referendario et iconumo in quella nostra cità, per le nostre lettere. Et perché delli dinari d'essa exequitione per fin ad hora non se ne siamo possuti aiudar e nuy per uno nostro strecto bisongno importantissimo al stato nostro se ne verissimo podere aidare, reddendose certissimi che la paternità vostra tutto farà volentera quanto ne è al presente neccessario, confortiamola strengendola et pregamola che ne voglia imprestare de presente, senza contraditione alcuna, cento ducati d'oro li quali volimo ve siano restituite sopra li primi dinari che se scoderanno della dicta scolastaria, avisandove che per nostro lettere scrivimo opportunamente ad esso Beltrammo che ve facia respondere d'essi dinari che primitus se scoderanno, siché non vogliati fare oppositione perché questo bisongno è molto importantissimo et non possiamo fare cum dimeno, li quali piaciavi farli numerare statim ad esso Beltrammo, al quale nel tutto credereti quanto a nuy medesimi. Data Mediolani, die x maii 1451.
Cichus.