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171. Francesco Sforza a Giovanni Sforza 1450 agosto 23 Lodi

Francesco Sforza impone che venga liberato il mugnaio di Oldrado da Lampugnano, fatto prigioniero dai famigli del fratello Giovanni, e venga restituita la cavalla rubata.

Iohanni Sforcie de Attendolis, comiti Cotignole.
Magnifice frater carissime, se è lamentato gravemente cum nuy el spectabel cavellero misser Oldrado da Lampugnano, che, venendo da Novaria, uno suo molinaro fo priso alla campagna per alcuni tuoi famigli, destenuto et totoli la cavala, sotto presto che a tempo dela guerra passata gli fo tolto uno cavalo a Lignano, che non ne pare licita né bona scusa a pigliare li homini, prima perché già havimo remisso ogni errato fato inanti havessemo el dominio de Milano, secondo perché, essendo tolto el cavalo a tempo di guerra et non havendolo tolto quello che è priso, non è ragionevole lo debba pagare. Pertanto volimo che, senza veruna excepcione, faci lasare et liberare el dicto molinaro liberamente cum sua cavala et robbe, senza altra replicacione de nostre littere, et faray bene et cosa che ce piacerà ad admonire li tuoi et provedere talmente che non habiamo lamenta de là quante habiamo, como doveresi fare per l'honore nostro etiam se non te ne scrivesemo nulla, perché, venendone ogni dì lamente et scrivendote noi tanto e tu non gli remediando, saria necessario che gli provedessimo in modo che forsi non te piaceria. Laude, die suprascripta.
Cichus.