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186. Francesco Sforza a Giacomo dei Conti di Angera 1450 agosto 25 Lodi

Francesco Sforza segnala a Giacomo dei Conti di Angera, Vicario generale, che non è necessario che Malaspina Calcedoni da Perugia, commissario in Val Camonica dodici anni fa, paghi l'imposizione fattagli dai Maestri delle entrate straordinarie.

Domino Iacobo de Angleria, Vicario nostro generali.
Dilecte noster, è stato da nuy Malaspina di Calcedoni da Perosa, lamentandosse che per certe imputacione gli sono facte per lo tempo ch'el fo commissario in Valcamonica zà dodeci anni passati gli haviti mandato uno commandamento in executione de certa commissione quale ve hano facta li Magistri del'intrate nostre extraordinarie circa de ciò. Nuy gli havemo resposto ch'el se ne vada a casa, perché è gotoso et infermo et etiandio perché, essendo zà passati xii anni, non ne pare che se gli devessi dare impazo per questo. Nondimanco, aciò sapiati la mente nostra circa de ciò et quella possati exequire, dicemo che, se questa imputatione è de dodece anni passati et pertene ala Camera nostra, volemo che la tegnati suspesa et non procedati più oltra fin a tanto saremo meglio informati dela cosa. In quanto pertenesse a terza persona, siamo contenti ministrati rasone. Laude, die xxv augusti 1450.