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208. Francesco Sforza a Giovanni e Guglielmo di Monferrato e Bernardo Maceo 1450 agosto 27 Lodi

Francesco Sforza chiede che, come convenuto, si restituiscano il castello e la terra di Refrancore.

Illustri domino Iohanni, melchioni Montisferrati.
Illustris tamquam frater noster carissime, più volte havemo scripto et facto instantia preso la signoria vostra che la volesse farne consignare in le mane la forteza et terra de Refrancore, come è obligata per vigore di capituli celebrati et contracti tra lo illustre ser Guglielmo, vostro fratello, et nuy et confirmati per essa vostra signoria, et fin adeso non havemo possuto havere. Cognoscemo ben che Bernardo Maceo non s'è curato restituirlo per godere li fructi, ma non havemo facto novitate alcuna, credendo pur che la signoria vostra gli dovese provedere. Pertanto mando de là Antonio da Dexio, nostro famiglio, exibitore dela presente, solamente per questa casone. De novo confortiamo et pregamo la prefata signoria vostra che per honore suo et observancia deli dicti capituli gli piacia provedere et ordinare ch'el dicto castello et terra gli siano consignati in le mane et non darne più casone de replicare littere sopra de ciò, perché, oltra fariti cosa debita, l'haveremo a piacere. Data Laude, die xxvii augusti MCCCCL.
Cichus.
In simili forma scriptum fuit infrascriptis:
illustri domino Gulielmo de Monteferrato et strenuo Bernardo de Maceo.