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218. Francesco Sforza a Giovanni Antonio Raimondi 1450 agosto 29 Lodi

Francesco Sforza ordina il licenziamento di dieci militari, l'alleggerimento di Busto Arsizio di alcuni cavalli e la razione mensile degli uomini d'arme.

[ 115v] Capitaneo Seprii (1).
Dilecte noster, li homeni d'arme quali se retrovano in quelle parte se lamentano che non gli è provisto d'alozamento. Nui te advisamo, aciò sappi el tucto, che de quelli homeni d'arme quali sonno descripti in la cedula introclusa nui ne havemo cassati dece, cioè quelli hanno la croce denanzi, et volemo che, provedendo d'alozamento a quelli non hanno la croce, a tucti li altri che l'hanno daghi licentia cum bono et honesto modo che si ne vadano per li facti loro et non stagano più alle spalle de quelli nostri homeni. Provedi etiamdio che la comunità de Busti sia ligerita de quelli tre cavalli hano, quali volimo distribuischi altrove, ove te parirà meglio, ligerendola etiandio de quelli altri più cavalli che possibile serà et ordinando che quelli sono lozati in essa terra da qui indiretro habiano quello di che sonno convenuti cum essa comunità, ma da mò inanzi non habiano si non secundo li ordini nostri, cioè lozamento, strame et dua stara de grano alla mesura milanese per bocha viva ogni mese, intendando nostra intentione essere che facci tucte le predicte cose cum el consentimento de miser Baptista dal Burgo, al quale havemo scripto che se intenda techo del tucto. Laude, xxviiii augusti 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Giovanni Antonio Raimondi (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 201).