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254. Francesco Sforza al podestà di Pavia, al referendario di Pavia, a Gracino da Pescarolo e ai deputati di provvisione di Pavia 1450 settembre 2 Lodi

Francesco Sforza ricorda lo stato di fermo dei carri a Milano perché a Pavia non si può far fronte alla spesa. Per ovviare a ciò il duca decide che l'addizione posta dai pavesi rimanga loro per altri due mesi.

Potestati (1), referendario (2), Gracino de Piscarolo, nec non deputatis provisioni communis Papie.
Dilecti nostri, havemo inteso quanto ne scriveti circa el facto de quelli carrigii li qualli sono a Milano como vuy, deputati, diciti non havere el modo né potere suplire ala spesa de quele carre per li duy mesi, como havimo richesto, perché la addicione quale vuy havevati posta per questo la haveti relassata al subsidio, credendo vuy havere satisfacto ale dicte carre. Pertanto siamo contenti et volimo che ve remanga la dicta adicione per dui mesi, et che suppleati ale carre per lo termino sopradicto de dui mesi cum questo che, passato el dicto termino, volimo che l'una et l'altra addicione remanga a nuy fina ala satisfacione deli fiorini xv milia deli quali ne haveti facta subvencione. Laude, ii septembris 1450.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 316, dal 1450 novembre 10 con Giovanni Manfredi).
(2) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 319, dal 1459).