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309. Francesco Sforza a Giovanni da Milano 1450 settembre 11 Milano

Francesco Sforza scrive a Giovanni da Milano che farà controllare quanto da lui fatto nella casa lodigiana del duca. Lo rimprovera per i burchielli «de calzine» che ha trattenuti. Si stupisce che mentre per la costruzione del castello di Porta Giovia ci si serva di 10 carri, egli ne voglia tanti quanti ne sono in Lodi.

Iohanni da Mediolano.
Havemo recevuto la toa lettera et inteso quanto ne scrivi che per tucto lo dì de sabbato havirai facto conzare tucte le camere et la sala de sopra, secondo te ordinassemo, dicemo che ne piace, advisandote che mandiremo là uno nostro ad vedere se tu n'havirai scripto la veritate. Al facto de quelli burchielli de calzine, che hay retenute, dicemo che ne dispiace grandemente et per tanto vogli subito, recevuta questa, farle liberare et licentiare che vadano dove deviano andare. Alla parte dele carre, et cetera, dicemo che ne miravigliamo del tuo scrivere, considerato che si fa lo castello de porta Zobbia con x carre et tu hai da fare una piccola cosa et voli quanti carre sonno in Lode, che quanto te parà honesto vogliamo lo debbi considerare. Pure te advisamo che le carre, che se adoperano de presenti per portare ligname, volimo portino legne per uno de casa nostra, provedi come te pare che facci per ogni modo portare lo ligname da conzare lo ponte, et quello che hai da fare fa che sia facto presto. Mediolani, xi septembris 1450.
Cichus.