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342. Francesco Sforza a Bartolomeo Folchini 1450 settembre 13 Milano

Francesco Sforza ordina che venga imposta la medesima taglia che fu imposta nelle stesse terre del vescovato parmense, affinché siano anche soddisfatti i fratelli da Correggio e il tesoriere di Parma, prestatori di denaro al duca.

Thexaurario Parme (1).
Dilecte noster, habiamo per altre nostre littere ali officiali et alla comunità de quella nostra cità de Parma vogliano in modo provedere che la taglia, quale se ha ad imponere in l'anno presente in le terre del vescoato dela dicta cità, per satisfacione dele convencione in loco del'imbotato havuta cum la Camera nostra cadauno anno fiza inposta in le terre, dale quale l'anno passato fo rescosa, et servato quelle terre quale sono descripte in la cedula in esse littere inclusa, et le qualle per certi iusti respecti reservamo per l'anno presente tanto, acioché alli magnifici fratelli da Correza et a ti, qualli haveti sopra d'essa assignacione, li possa essere opportune satisfacto, come fu sempre et è nostra intentione de satisfare ad quadauno ne ha imprestato et ne imprestarà per lo advenire alcuna quantitade de dinari. Il perché vogliamo et te caricamo resti contento che la predicta taglia se impona nele terre antedicte secondo habiamo ordinato et dapoi rescosa serà se [ 138r] satisfaza prima alli prenominati fratelli deinde ad ti, secondo l'ordine dele dicte assignatione, perché siamo certi ne reiuserà tanta quantitade de dinaro poterà comodamente esser satisfato ad ciascuno, né voglio per questo dubitare segua per alcuno modo alcuno manchamento de dinari quale te sia alcuno damno, perché gli provederemo in forma non haveray caxone de dolerte, anzi staray contento da nuy. Data Mediolani, xiii septembris 1450.
Iohannes de Ulesis.


(1) Identificato come Bartolomeo Folchini (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 464).