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38. Francesco Sforza a Sagramoro Visconti e al podestà di Castelleone 1450 agosto 4 Milano

Francesco Sforza chiede di verificare se una costruzione vicino alla rocca di Isso le sia di danno: nel qual caso venga abbattuta.

Domino Sacramoro Vicecomiti ac potestati Castrileonis (1).
Dilecti nostri, intendimo che uno Pezino, habitatore in Castellione, ha facto uno levamento di una casa presso ala rocha de Issio de quella nostra terra, lo quale levamento, secundo Carlo de Calabria, castellano dela dicta rocha (2), dice, è molto nocivo ad essa rocha. Et pertanto volimo che vedati se lo dicto Pezino ha havuto licentia alcuna di fare lo dicto levamento et da chi et quale rasone gli ha havuta ad farlo. Et se per caso Pezino predicto non havesse havuta altra licentia, ma como da sé havesse facto lo dicto levamento et non gli havesse havuta rasone alcuna et che fosse in preiuditio e nocimento ala dicta rocha, como lo dicto castellano dice, volimo che vui faciati buctari per terra lo dicto levamento et eo maxime perchè siamo informati che ad niuno tempo, et maxime ad tempo de guerra, non è stato contiguo hedifitio alcuno ala dicta rocha. Ma se questo facto passasse per altra via, volimo che non ve movati ad cosa alcuna, ma advisatine de tucto chiaramente et questo tale advisamento mandati in mano de Cecho, nostro secretario. Data Mediolani, die iiii augusti 1450.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 429, con inizio 1451 febbraio 1).
(2) Identificato come Carlo Mazzarello da Catanzaro (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 641).