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50. Francesco Sforza alla comunità di Cremona 1450 agosto 7 Lodi

Francesco Sforza dichiara ai cremonesi la sua insoddisfazione per l'offerta di frumento da loro fatta.

Communitati Cremone.
Dilecti nostri, per relacione delli vostri ambasiatori, qualli forono da nuy, doveti havere inteso como noy non se contentavamo a tanto nostro bisogno della vostra proferta a noy facta de quella moza [ 74v] ii milia de frumento cum quelle condicioni ce mandassemo a dire. Nunc autem, così per vostre littere como etiam per relacione de Andrea, nostro cancellero, havimo intiso de quanto ve siti alzati, che non ni satisfaria, anci, se bene consideramo el facto nostro, ne metaria meglio lasarlo stare che acceptarlo per più respecti, primo perché saria uno refridare l'animi al'altri nostri subditi, quali se sono offerti liberaliter et de notabel summa subvenirce in questi nostri bisogni. Saria etiamdio uno insuperbire et dare piacere a nostri inimici quando vedeseno vuy moverve così fievolmente alli nostri subsidii et adiuti, et per altri respecti, qualli ve dirà esso Andrea, nostro canzelero, al qual dariti quella pieneza de fede che faresti a nuy proprii. Pertanto ve confortiamo et denuo pregamo che a questa fiata ve vogliati estendere et fare quello che potiti in tanto nostro bisogno. Et quando pur non voleseno più estendere che habiati dicto et scripto, restarimo contenti, dummodo in la subvencione non se includano li exempti, anci sianno exclusi, et similiter non sia computato quello frumento ha havuto Iohanne Botto a nostro nome. Et quanto non ve deliberate aquiescere ad questo, saremo più contenti non havere niente da vuy et cercharimo fare el facto nostro alla meglio che potrimo, senza tal adiuto et senza dare impazo a vuy, como ve dirà esso ser Andrea per nostra parte. Laude, vii augusti 1450.
Cichus.