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513. Francesco Sforza a Maladobato da Sommo e Giovanni da Carzago 1450 settembre 26 Milano

Francesco Sforza ordina a Maladobato da Sommo e Giovanni da Carzago di informarlo di tutte le lettere riguardanti i frutti dei possedimenti e dei beni di Covo e Antegnate per l'accertamento di detti possedimenti.

[ 169v] Potestatibus Suncini (1) ac Covi et Antignate (2).
Dilecti nostri, se recordiamo haverve scripto altre volte che dovesti fare tenire in sequestro li fructi dele possessione et beni de Covo et Antigną, le quale el magnifico Bartolomeo Cogliono dice havea facto seminare. Dapoy sonno concesse altre lettere, quale se dicono essere in favore dela donna del conte Pietro da Cono, per le quale se dice essa donna volere vendere li dicti fructi. Et perché non se recordiamo essa lettera essere passata, ve commetiamo et volimo che subito ne advisati del tenore de tucte le lettere ve fonno scripte in questa materia dapoy el sequestro deli dicti fructi in qua et se la dicta donna o altri hanno ragione alcuna sopra le dicte possessione et beni, et quale per modo che distinctamente intendiamo el tucto, tenendo in suspeso tucte le biave et fructi de essi beni et non lassandoli tore ad alcuna persona, sia che se voglia, fin ad tanto haveremo inteso la cosa et ve scriveremo altro. Mediolani, die xxvi saptembris 1450.


(1) Identificato come Maladobato da Sommo (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 425).
(2) Identificato come Giovanni da Carzago (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 448).