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523. Francesco Sforza a Manfredo Astolfi, ai signori e alle comunità di Giarella e Guazzora 1450 settembre 28 Milano

Francesco Sforza comanda che non si accetti nessuno proveniente da luogo appestato, e rimprovera la poca avvertenza dei locali.

[ 171v] Potestati (1), nobilibus , communitatibus et hominibus Glarolarum et Guazatorii.
Dilecti nostri, sentimo quilli lochi essere per Dio gracia molto sani, ma siamo informati como alcuni homini de quelli vanno talhor ocultamente, talhor senza regurdo ad Voghera, ala pieve et ad altri lochi infecti, e così quelli da lochi infecti vengono a parlare lì cum li homini, tal fiata de fora et tal fiata dentro dali lochi, il che molto ne dispiace. Pertanto volimo et comandamovi expressamente non debiati receptare nisuno qual venga da loco suspecto de peste ni conversa cum loro, né li vostri proprii non receptati se vano contra la mente nostra e nisuno vada fora deli vostri terreni senza tua de ti, podestà, expressa licencia, e fa fare cride et comandamenti per parte nostra de questa nostra intencione, la qual volimo sia observata soto pena del'havere et dela persona. Et fa le execucione, quando lo caso accedesse, arricordandovi, se per vostro defecto quelle terre se infectarano, faremo tal demostracione che e tu, potestate, e vui, homini, vi accorgerite per longo effecto quanto de vui restarimo malcontenti. Mediolani, die xxviii septembris 1450.
Iohannes de Ulesis.


(1) Identificato come Manfredo Astolfi (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 347), che risulta essere podestà solo di Giarella.