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648. Francesco Sforza a Pietro Tebaldeschi da Norcia e al podestà di Alessandria 1450 ottobre 12 Milano

Francesco Sforza vuole che Pietro Tebaldeschi da Norcia e il podestà di Alessandria procedano all'esame dei malfattori arrestati per furti e omicidi in presenza del cancelliere del conte Gaspare.

[ 195v] Locuntenenti (1) et potestati Alexandrie (2).
Havemo ricevuta vostra lettera et inteso quanto havete scripto de quanto havete exequito circa lo examine de quili malfactori quali haviti facti pigliare de nostra commissione, quali hanno facto rubbarie et homicidii et altri dilitti, et cetera. Dicemo che de tuto restamo advisati et commendamo la diligentia vostra, ma bene se grava et dole lo spectabile conte Gasparro de vuy che non haveti voluto che gli sia stato presente alo examine haveti facto de quelli talli malfactori lo canzilliero suo, siandogli maxime lo interesso delli compagnii d'esso conte Gasparro. Pertanto vi dicemo per questa che vogliate procedere allo examino di questi malfactori et ad alchuna punitione iuridica insieme et non sia uno de voy senza l'altro et vogliati che de continuo gli sia presente lo dicto canzilliero del prefato conte Gasparro et vogliati havere bona advertentia che, non havendo sufficienti et evidenti iuditii, non procedati ad tortura né ad acto personale, ma procedati maturamente et cum grande diligentia et advertentia che non siano artati et torturati fuora dello dovere. Ex Mediolano, die xii octobris 1450.
Cichus.


(1) Si tratta di Pietro Tebaldeschi da Norcia.
(2) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 528, dal 1450 novembre 20 con Bartolomeo Porro).