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69. Francesco Sforza a Oldrado Lampugnani e Lancillotto Del Maino 1450 agosto 11 Lodi

Francesco Sforza ordina che in caso di peste a Pavia si provveda a ricoverare gli infetti a San Giovanni in Vigna e si paghi l'officiale alla sanità con i soldi derivati dalle condanne. Diffida i comuni di Nazano e Belgioioso di mettere al bando detta città.

[ 78v] Dominis Oldrado de Lampugnano et Lanzaloto de Mayno.
Dilecti nostri, ad ciò che accadendo peste in quella nostra cità, che Dio non voglia per sua infinita missericordia, niente manchi per la salute d'essa, siamo contenti et volimo che se togliano li denari di lavorery et d'essi se ne fazano le spese necessarie a San Zohanne in Vigne per li infecti et se ne pagano li medici, barberi et li altri se accaderà deputare a tal maestrero. Siamo etiamdio contenti che l'officiale deputato alla sanità dela dicta peste habia provisione xx fiorini el mese delli denari delle condemnacione qualle gli accederà ad fare cum questo: ch'el se possa componere cum li condemnati. Et così volimo se ne avisi lo referendario (1) et thexaurero (2) nostro lì. Et perché intendiamo che li comuni et homini de Nazano et da Belzoyoso hanno havuto ardire de bannire quella nostra cità contro la verità, se ne siamo molto maravigliati et però gli scrivemo in modo se ne retrarano et la cavarano de bando. Ulterius, perché etiamdio havimo inteso ch'el nostro podestà (3) se parte de lì per suspecto dela peste, volemo providiati che per niuno modo se parti. Laude, die xi augusti 1450.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica di referendario di Pavia è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 319, con inizio 1451 gennaio 1).
(2) Identificato come Nicolino Colleoni, tesoriere di Pavia (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 321).
(3) Non identificato (la carica di podestà di Pavia è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 316, con inizio 1450 novembre 10).