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907. Francesco Sforza al vicario vescovile di Piacenza 1450 novembre 19 Milano

Francesco Sforza scrive al vicario vescovile di Piacenza di riammettere prete Giacomo Panicciaro, reduce in città, nel beneficio di cui era stato privato.

[ 251r] Domino vicario episcopi Placentie (1).
Siamo informati come per suspecto de morbo et epidimia uno prete, Iacomo Panicciaro, se absentoe da quella cità, come hanno facto li altri religiosi et laici da Piasenza o tucti o la più parte, et dapuoy, restaverata et resanata la cità, pare sia facto comandamento, o ordine che sia, che ogniuno debia tornare sotto certa pena. Et esso prete Iacomo Panicciaro, o per negligentia o qualche casone non sapiamo, certamente è stato da te privato del suo benefitio, la qual cosa ne fa pigliare qualche admiratione, che, non tornando cossì presto, sia stato privato, il perché te confortiamo et pregamo te piaccia, ad nostra contemplatione et per nostro respecto, restituirgli il dicto suo benefitio, reponerlo al suo primo loco, la qual cosa facendo, come credemo faray, ultra sia onesta, equa et rasonevele, ne compiaceray grandemente et haveremolo caro et grato assay. Mediolani, die xviiii novembris MCCCCL.
Cichus.


(1) Il vescovo di Piacenza menzionato è Nicolò Amidani (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 746).