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952. Francesco Sforza a Rinaldo Dresnay 1450 novembre 21 Milano

Francesco Sforza scrive a Rinaldo Dresnay, governatore di Asti, per sbugiardare coloro i quali insinuano che sia intenzionato ad attaccare Asti. Il duca, dopo avere ricordato che la fedeltà alla Francia è stata per lui causa di perdite di dominio in varie parti d'italia, conferma questa fedeltà anche per il futuro.

[ 259v] Domino bayli, locumtenenti civitatis Aste (1).
Stando noy stati advisati da più persone et luochi che alla magnificencia vostra et a chi fa per la maestà del re di Franza in quella cità d'Aste è stato posto uno certo suspecto et umbreza che noy habiamo opinione di far contro le cose d'Aste, la qual cosa non crediamo per cosa del mondo che debia capere nella mente delle prefacta maestà né della magnificencia vostra, pur, ad nostra satisfacione, ve dicemo et certificamo che non tanto habiemo membro né vena alcuna che pensi de fare contra le cose della prefecta maestà, ma foressemo contra qualuncha tentasse o cerchasse temptare contro lo stato et cose della prelibata maestà. Et in ciò ne trovarà sempre caldissimi et bene disposti ad metergli lo stato, la robba et la persona quanto nessuno altro che più fidelissimo et devoto gli sia per fine ce bastarà la vita, como havimo facto per lo passato, che, per essere noy stati servitori, partesani et constanti in la devocione della casa de Franza, havemo perduto tutto lo stato in lo reame et altroe ce lassò la bona memoria del nostro padre et cussì la Marcha ello patrimonio et quello havevamo aquistato nuy. Et siamo molto ben contenti havergli perduto per essere stati tenuti et cognosuti partesani, devoti et servitore della casa de Franza, como siamo stati con effecto. Ma chi cercha indure et fare credere tali errori non sonno ponto benivoli alla maestà prefacta nì a noy, benché, como havimo dicto, non crediamo che la magnificencia vostra nella maestà prefacta debia credere che abiamo tale opinione et concepto, perché cognoserà per effecto che siamo inclinati con amore et afficione ad sequire le voluntande soe in ogni cosa che sia amplitudine et stato della maestà soa et casa de Franza, perché la bona memoria de nostro padre et de tutti quelli de casa nostra et cussì noy siamo continuamente stati amici, servitori et partesani della casa de Franza, como havemo dicto, et cussì è nostra disposicione essere noy et li nostri perpetuo et non si troverà may el contrario. Et non dubitamo ponto che havirano più credito la fede, opere et optimo concepto nostro apresso la prefacta maestà che questi tale seminatori de zizanie, quali, como havemo dicto, sonno inimici alla prefacta maestà et ad noy, pregandove ve piaza respondere della receptione de questa nostra presente littera. Mediolano, xxi novembris MCCCCL.
Franciscus Sforcia Vicecomes, dux Mediolani, et cetera, Papie Anglerieque comes ac Cremone dominus.
Cichus.


(1) Si tratta di Rinaldo Dresnay.