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964. Francesco Sforza a Giovanni Caimi 1450 novembre 24 Milano

Francesco Sforza comanda a Giovanni Caimi, commissario di Pizzighettone, di prendere Finocchio, uomo d'arme, che aveva promesso a Marco Cassinaro e compagni, diretti a Milano con un certo numero di porci, di far loro buona compagnia: sulla strada tra Lodi e Pizzighettone li ha derubuti dei porci e della roba. Non lo rilasci finchè non avrà restituito il tutto o l'equivalente in denaro.

Iohanni de Caymis, commisario Pizleonis (1).
Marco Cassinaro et li compagni conduceno de parmesana certa quantitate de porci a questa nostra citade et, essendo a Pizghitone et dubitando che non fusseno robati, cercareno de havere bona compagnia. Et retrovandoli Finocio, nostro homo d'arme, fe obligo et promesse farli bona compagnia et che non seriano robati. Et havendo conducti dicti porci tra Lode et Pizguitone, il dicto Finochio cum alcuni altri compagni gli misseno a saccomano et tolsero dicti porci, secundo loro ne hanno referito. Pertanto, constando a ti ch'el sia cossì, volemo per ogni modo te sforze havere in le mane da ti Finochio, quale volemo tu non debii relassare fino attanto che esso non habia restituito o pagato tuta la roba et ogni altra cossa et tucti li porci che sono stati tolti ali predicti et che siano satisfacti fino ad uno pontal de stringha, se dovesse ben vendere li cavagli suoy et ciò che ha al mondo, perché deliberamo che non habia tradito et incanato dicti nostri homini et che si ne passi cossì legeramente, como luy crede. Et circha questo non havere resguardo a cossa alcuna: fa che tu exequischo quanto per questa te scrivemo. Mediolani, die xxiiii novembris 1450.
Cichus.


(1) La carica è segnalata da SANTORO (Gli uffici, p. 450) con inizio 1475 gennaio 1.