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984. Francesco Sforza a Giovanni Caimi 1450 novembre 26 Milano

Francesco Sforza scrive a Giovanni Caimi a proposito del ponte. Gli concede poi di andare a Roma per il giubileo, ma lasci durante la sua assenza di un mese una persona fidata: se non l'ha, avvisi il duca. Per il ricevimento dell'ambasciatore di Renato d'Angiò, ha ordinato che gli si facciano dei buoni e di passarli ad Antonio Trecco, tesoriere di Cremona.

Iohanni de Caymis.
Havemo inteso la tua littera quanto ne scrivi. Del facte del ponte dicemo che vogli servare ogni via e modo possibile et con ogni diligentia et sollicitudine ch'el dicto ponte se faccia et fornisca prestissimo. Del tuo andare ad Roma al Iubileo siamo contenti, lassando tu in tuo loco una persona idonea, fidatissima et sufficiente, perché tu vedi molto bem quanto importa quella terra al stato nostro. Et non havendogli il modo de posserli una persona fidata et sufficiente, voglie in ogni modo advisarne, perché gli manderemo una persona che starà in tuo loco fina alla toa venuta, intendendo che la dicta toa licentia vaglia et dura uno mese tantum proximo che verrà et non ultra. Delli denari che tu hay dispesi per fare honore allo ambasiatore della maestà del re Raynero, te advisamo como havemo ordinato alli nostri Magistri delle intrate ordinarie che te le feceno fare boni et darli dal thexaurario de Cremona (1), come tu ne scrivi, et commendamote grandemente del'honore hai facto allo dicto ambasiatore. Mediolani, xxvi novembris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Antonio Trecco (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 412).