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214. Francesco Sforza a Giovanni Galeazzo Trotti sine anno [1450] novembre 3 Milano

Francesco Sforza contesta a Giovanni Galeazzo Trotti che nonostante la disposizione di libero transito del sale per la rocca di Valdorba i conducenti siano stati costretti a pagare il dazio.

Iohanni Galeaz de Troctis.
Quantuncha ali dì passati per altre nostre littere te scripsemo et dapoy, come siamo informati per li Magistri dele intrate nostre, te fusse decto volesti lassar passare el sale nostro, facendo transito per la rocha de Valdorba senza alcuno pagamento, como solia al tempo dela bona memoria del'illustre signor quondam nostro padre et socero honorandissimo, nondimancho pare che per li toy fizano constrecti li conductori del dicto sale ad pagare datio per esso, quando lo faro condure, né altramente lo lasseno passare, la qual cosa però crediamo sia contra la mente tua et saputa, perché nonch'a Dio è de darne questo damno, ma valere ad ogni tua possanza agumentare le intrate nostre. Il perché da novo te caricamo et strenzemo vogli ordinare et provedere in forma che cossì per lo passato como per lo avenire possa el predicto nostro sale per la iurisditione dela predicta rocha fir conducto liberamente et senza pagamento de alcuno datio et ogni novità facta contra de ciò sia liberamente revocata, come crediamo sia tua intentione, né vogli patire che per questo habiamo a fare scrivere più littere, avisandone del'ordine havirai posto sopra de ciò, quale sia tal ce satisfaza. Mediolani, iii novembris.
Antonius,
Iohannes,
Christoforus,
Cichus.