Collezioni delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco

Definizione: collezione

Tipologia: istituzionale

Datazione: post 1900

Istituto di conservazione: Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco, Milano (MI)

Consistenza

La Raccolte d'Arte Applicata costituiscono una parte importante dei Musei civici del Castello Sforzesco e comprendono moltissime collezioni estremamente varie per tipologia, con un arco cronologico che va dal Medioevo al Novecento. Mobili, arazzi, tessili, ceramiche, vetri, oreficerie, sculture in legno e in avorio, bronzi e ferri artistici, armi, cuoi, strumenti scientifici costituiscono un insieme tra i più importanti al mondo per quantità e qualità. Tra i capolavori del museo si ricordano, innanzitutto, i rarissimi Arazzi Trivulzio, una serie completa di dodici arazzi dedicati ai mesi dell'anno, tessuti a Vigevano tra il 1503 e il 1509, su disegno del celebre pittore Bramantino. Gli arazzi decorano l'ampia e suggestiva sala della Balla. Nella zona del cortile Ducale, si ammira l'enorme Gonfalone della città di Milano, opera a due facce, alta più di quattro metri e larga circa tre metri e mezzo, eseguita tra il 1565 e il 1567 dai ricamatori Scipione Delfinone e Camillo Pusterla. L'enorme immagine di sant'Ambrogio, patrono di Milano, è realizzata sul supporto in tela, in parte dipinta e in parte ricamata con preziosi fili metallici e inserti polimaterici. Uno dei nuclei più rari e prestigiosi del museo è quello della scultura in avorio: le raccolte conservano diverse opere della fase tarda dell'impero romano, come la celeberrima tavoletta di soggetto sacro con la rappresentazione delle Marie al Sepolcro, e diversi pezzi dell'Alto e del Basso Medioevo, come il rilievo con l'imperatore Ottone, la moglie e il figlio inginocchiati di fronte a Cristo o le tavolette con le storie di san Marco, provenienti da una cattedra episcopale del VII secolo. Accanto agli avori, notevole è anche il gruppo delle oreficerie medievali, tra cui si ricorda una cassetta reliquiario dei santi Cipriano e Giustina, dell'inizio dell'XI secolo, un rarissimo coltello eucaristico dell'inizio del XII secolo con il manico in bosso che porta intagliate le attività dei dodici mesi e l'Ostensorio di Voghera, datato 1456. Tra i vanti del museo c'è anche la collezione di ceramiche, che comprende graffite medievali e rinascimentali, maioliche, terraglie e porcellane, rappresentative di ogni epoca e di tutte le manifatture italiane ed europee; notevolissima e molto affascinante la raccolta di maioliche rinascimentali di Urbino, ispirate ai modelli raffaelleschi.
La sezione dei mobili è stata recentemente rinnovata, affidando a due designer di fama, Perry King e Santiago Miranda, il compito di presentare in maniera più accattivante l'evoluzione del mobile dal tardo Medioevo ai giorni nostri. Di grande interesse la sezione dedicata agli arredi dell'epoca degli Sforza, la collezione di stipi rinascimentali, tra cui l'eccezionale Stipo Passalacqua, e la magnifica raccolta di arredi di Giuseppe Maggiolini: tavolini da gioco, comodini, una scatola da farmacia, una scrivania e soprattutto tre splendidi cassettoni che documentano l'evoluzione di questa tipologia dallo stile rococò al neoclassico.

Notizie storico critiche

La collezione del Civico Museo d'Arte si forma a partire dall'ultimo quarto dell'Ottocento, grazie ad acquisti e donazioni avvenuti con l'intento di dotare il capoluogo di un museo in grado di documentare le trasformazioni stilistiche negli stati dell'Italia settentrionale e principalemnte nel Regno Lombardo Veneto. Al nucleo originario di oggetti acquistato nel 1877 dal Comune di Milano dall'Associazione Industriale Italiana, che aveva promosso la fondazione, alcuni anni prima, del Museo d'Arte Applicata, si aggiungono nuovi acquisti e donazioni da parte di benefattorii milanesi. Tra i lasciti più importanti si ricorda quello di Antonio Guasconi, nel 1863, segretario di Governo sotto il dominio austriaco, la cui collezione, oltre a dipinti e disegni, comprende mobili e intarsi lignei, bronzetti, vetri, ceramiche, avori. Due anni dopo il conte Gian Giacomo Attendolo Bolognini dona alla città la raccolta artistica di famiglia, comprenente dipinti antichi, medaglie, monete, oggetti in bronzo, ceramiche e preziosi intagli lignei. Nel 1876 alla morte del nobile milanese Malachia de Cristoforis il Comune entra in possesso di una nuova cospicua collezione di oggetti d'arte. Notevole è il gruppo di oggetti proveniente dal Museo Patrio Archeologico di Brera, che comprende anche un cospicuo nucleo di avori, appartenuto al pittore Giuseppe Bossi, già segretario dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Alla sua morte, nel 1818, i pezzi sono acqusistati dall'Accademia, per passare, nel 1862, al Museo Patrio appena costituito. Le collezioni continuano ad essere incrementate anche grazie dalla politica di acquisti da parte Comune di Milano, tra questi si ricorda il nucelo più importante della sezione delle porcellane provienente dalla collezione del Barone Eisner von Eisenhof di Vienna, acquistata nel 1932, e costituita da circa ottocento pezzi. Importante è anche il deposito da parte di Regione Lombardia della collezione di ceramiche di Gian Guido Sambonet, acquistata nel 1997.