Raccolte del Museo Valtellinese di Storia ed Arte (MVSA)

Definizione: raccolta

Tipologia: documentazione del patrimonio culturale

Datazione: post 1847 - ante 2014

Istituto di conservazione: Museo Valtellinese di Storia e Arte (MVSA), Sondrio (SO)

Consistenza

Le raccolte del Museo valtellinese di storia e arte (MVSA) sono variegate e si sono costituite a partire dalla fine dell'Ottocento con svariate modalità, in particolare donazioni, acquisti e depositi da parte di enti, istituzioni culturali e privati cittadini.
Gli oggetti provengono in buona parte dal territorio valtellinese e descrivono l'ambiente storico e artistico locale in un ampio arco cronologico che va dalla preistoria all'epoca contemporanea. La sezione archeologica contiene stele incise, monete e materiali di scavo recuperati in provincia di Sondrio, salvo alcuni oggetti di varia provenienza donati al comune di Sondrio da collezionisti privati; i reperti più antichi risalgono all'età del Rame.
Palazzo Sassi de' Lavizzari, già Salis, odierna sede del MVSA, è un edificio ricostruito nel Seicento e ceduto al comune di Sondrio nel 1922 insieme a mobili, suppellettili e ritratti d'epoca. L'istituzione museale ospita anche la locale sezione del Museo Diocesano di Arte Sacra, costituita da una selezione di tavole, tele di soggetto sacro, sculture lignee e oreficerie liturgiche, tutte datate tra il XVI e il XIX secolo - con l'eccezione di due croci processionali del XII secolo - che appartengono alle parrocchie del territorio.
La raccolta più cospicua è il Fondo Ligari, che raccoglie i materiali legati ai Ligari di Sondrio (Pietro, Cesare, Vittoria, Angelo), famiglia di noti pittori attivi tra Sette e Ottocento; si conservano gli oggetti dello studio ligariano, fra cui stampe, gessi, bozzetti e mobili, autografi e libri, oltre a vari quadri.
Della collezione di pittura fanno parte anche alcuni affreschi staccati, i più antichi sono del 1387.
Sono conservate anche stampe antiche, una collezione numismatica e opere di artisti locali contemporanei.

Notizie storico critiche

Il museo deve la sua prima origine ad un ristretto gruppo di studiosi che nel 1874 fondarono il Comitato Archeologico Provinciale che, seppure ebbe breve vita, si adoperò per raccogliere significative testimonianze della storia e della cultura locale (monete, reperti litici e metallici) che rifluirono, per mancanza di spazi adeguati, nei locali della civica biblioteca. Con il ripristino di Palazzo Pretorio negli anni 1915-17 si compose un abbozzo di museo, collocando nel cortile del palazzo e nella sala consiliare i pezzi più ragguardevoli, unitamente ad alcune nuove acquisizioni provenienti da edifici di Sondrio. Consistente incremento dei fondi si ebbe nel 1935 con la donazione da parte degli eredi del prof. Giuseppe Gianoli di numerosi disegni dei pittori Ligari di Sondrio, noti artisti del Settecento lombardo. Questo fu il primo nucleo della collezione ligariana che attualmente comprende oltre 800 fogli tra incisioni, disegni, bozzetti a olio; inoltre libri mastri, lettere e inventari che vanno ad aggiungersi agli strumenti di bottega e ai quadri.
Numerose le donazioni al museo degli anni successivi: dipinti, mobili antichi e stemmi, compreso il palazzo Sassi de' Lavizzari attuale sede del museo, giunsero dall'ing. Francesco Sassi de' Lavizzari; una collezione di ritratti di famiglia da Camilla Pratolongo Paravicini Sassi de' Lavizzari. Ulteriore arricchimento del patrimonio artistico nel 1963 con l'istituzione presso il museo di una sezione del Museo Diocesano di Arte Sacra, che contiene dipinti su tela e su tavola, oggetti liturgici, sculture lignee, provenienti da numerose parrocchie valtellinesi.
Il materiale, raccolto grazie all'opera del primo conservatore Giovan Battista Gianoli e all'intervento diretto del Comune di Sondrio, comprende anche una collezione numismatica e una significativa scelta della produzione di artisti locali contemporanei. Nel corso degli anni si è andata sviluppando anche una raccolta di beni etnografici (attualmente non esposta) testimonianza della vita contadina locale. Recente l'acquisizione di un fondo eterogeneo donato dal collezionista Lambertenghi che comprende, tra le altre cose, un gruppo di icone russe.