Collezione privata Luigi e Piero Lechi

Definizione: collezione

Tipologia: familiare

Datazione: post 1460 - ante 1796

Istituto di conservazione: Montichiari Musei, Montichiari (BS)

Consistenza

Le collezioni appartenute ai conti Luigi e Piero Lechi si compongono di circa 360 opere suddivise tra dipinti databili tra la fine del Quattrocento e la fine del Settecento, disegni e incisioni dal Cinque al Settecento e un servizio di porcellane da tavola di primo Ottocento. Nell'insieme i dipinti afferiscono a più categorie tematiche, tra le quali si individuano soggetti mitologici e religiosi, allegorie, ritratti, pittura di genere, battaglie, paesaggi e nature morte. Degno di particolare nota è il nucleo di dipinti legati alla pittura "della realtà" e alla ritrattistica di ambito lombardo, con opere di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Giulio Campi, Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto e Antonio Cifrondi. Si annoverano, inoltre, notevoli esempi di pittura del Sei e Settecento lombardo, romano, napoletano e veneto realizzati da celebri artisti quali Giulio Cesare Procaccini, Giovanbattista Gaulli detto il Baciccio, Mattia Preti e Giovanbattista Pittoni. Di notevole pregio è la serie originale dei sedici fogli con i Dodici Apostoli, S. Paolo, Maria Vergine, Gesù Cristo e il Padre Eterno incisi su disegni di Giovan Battista Piazzetta.

Notizie storico critiche

La raccolta rispecchia il gusto collezionistico dei due proprietari, discendenti di una nobile famiglia bresciana dedita al collezionismo di opere d'arte dai primi decenni del Settecento, lei stessa committente di alcune tra le opere più pregevoli oggi conservate dall'istituzione museale, tra cui il Ritratto di Maria Gertrude Lechi e il Ritratto dell'abate Angelo Lechi, di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto. Nel corso del XIX secolo alcuni capolavori arricchiscono la collezione per eredità da nobili casati bresciani, quali i Fenaroli Avogadro, i Polini e i Valotti. Un terzo e più consistente nucleo è il frutto di acquisti sul mercato antiquario nel tentativo, brillantemente riuscito, di ricostituire un'ideale raccolta artistica del Settecento lombardo. La collezione è donata al Comune di Montichiari nel 2005.