Collezioni della Casa Museo Villa Monastero

Definizione: collezione

Tipologia: familiare/artistico

Istituto di conservazione: Villa Monastero, Varenna (LC)

Consistenza

Le collezioni, costituite dai beni raccolti dai proprietari che hanno, via via, abitato la dimora, sono distribuite nelle varie stanze della villa.
SALA NERA. Presenta gli arredi originari voluti dal tedesco W. E. J. Kees (1864-1906) che acquistò la dimora nel 1897 e la decorò con il proprio gusto eclettico, dopo averla ristrutturata dotandola di un impianto di riscaldamento centralizzato, tuttora funzionante, di cui si conservano i bellissimi termosifoni.
ATRIO E SCALONE. L'impianto dell'atrio è ancora in parte quello seicentesco, citato pure negli inventari settecenteschi ove viene indicato che era presente "una fontana alla mosaica", ma l'aspetto e le decorazioni risalgono invece alla famiglia Kees (1897), che volle imitare lo scalone della biblioteca di Lipsia, città natale di W. E. J. Kees, che personalizzò l'ambiente con il proprio stemma.
SALA ROSSA. Deve il suo nome al colore delle tappezzerie e degli arredi neorococò che si debbono a W. Kees, che utilizzava questo ambiente come sala di ricevimento, come già i suoi predecessori Mornico.
SALOTTINO MORNICO. Questa stanza all'epoca dei Mornico era adibita a studio. Le decorazioni pittoriche sono ottocentesche. I mobili, appartenuti ai De Marchi, sono notevoli per le belle decorazioni realizzate nei modi del grande intarsiatore Giuseppe Maggiolini da Parabiago.
CAMERA SUD. Questa era la camera da letto di Carlotta Kees, la quale, dopo la requisizione della Villa nel 1918, chiese la restituzione dei propri mobili: lo stato italiano le concesse di riaverli.
SALOTTINO. Presenta in parte arredi appartenuti ai Kess, integrati da altri risalenti al gusto lombardo dei De Marchi.
SALA DEL CONSIGLIO o SALONE VERDE. La decorazione presenta moduli decorativi tipici del Quattrocento, rivisitati secondo il gusto ottocentesco. Conserva mobili appartenuti soprattutto ai De Marchi, come l'imponente e raro tavolo da studio o da biblioteca di forma ovale con pannelli di legno intarsiati.
SALOTTINO ORIENTALE. Deriva il proprio nome dalla presenza del particolare mobile giapponese appartenuto ai Kees ed utilizzato come espositore di vasi (Il tedesco era un grande collezionista di vasi in porcellana cinesi e giapponesi). L'ambiente era probabilmente utilizzato come fumoir.
SALA DELLA MUSICA. E' così chiamata per i due pianoforti, un Bluthner tedesco ed un Heltzman viennese con l''effige del Giovane Mozart, che sono collocati nella parete verso il lago, da cui si gode una delle più belle viste del centro lago con il promontorio di Bellagio al centro.
CAMERA PADRONALE. Un tempo, probabilmente a metà '800 (si veda la data 1853 apposta in uno degli angoli), questa stanza era una sala dedicata alla musica, come paiono attestare i dipinti della volta di gusto neotiepolesco, forse nei modi dei decoratori Turri di Legnano, specialisti nella decorazione di ville in stile neosettecentesco. Trasformata in camera da letto dai Kees, presenta tuttora gli arredi originari in noce biondo, caratterizzati dallo stemma della famiglia.
ANTIBAGNO. Decorato con mobili di gusto neorococò con pregevoli marmi in portoro l'ambiente è riccamente arredato con armadio, mobile toilette, tavolino e poltrone.
BAGNO. L'inusuale ambiente , noto anche come bagno di Re Faruk per gli evidenti richiami orientaleggianti e neopompeiani, venne fatto realizzare dai Kees ed era dotato di tutti i comfort.
SALA DEL BIGLIARDO. e' definita da alti pilastri in marmi vari e stucco dorato. un tempo conteneva le stecche del bigliardo, oggi non più esistente.
SALA FERMI. Intitolata oggi al fisico Enrico Fermi che tenne qui le sue ultime lezioni nel 1954, come ricorda una lapide ed il busto dello scienziato realizzato dallo scultore Giannino Castiglioni, la sala è ciò che resta dell'antico monastero femminile cistercense , cui si deve il nome della Villa.

Notizie storico critiche

Le collezioni della Casa Museo Villa Monastero consentono di ripercorrere le vicende storiche che hanno caratterizzato ben nove secoli di vita di questo suggestivo compendio architettonico, paesaggistico e naturalistico che sorge sulla riva orientale del Lago di Como, nei pressi del pittoresco borgo di Varenna. Entro la cornice suggestiva di un lussureggiante giardino botanico, ricco di specie esotiche ed autoctone, con rare collezioni di palme, agrumi, conifere, ortensie, glicini, rose, camelie ed essenze floreali dai variopinti colori, offre al visitatore un percorso museale che si sviluppa sia nel parco, con sezioni dedicate alle varie tipologie ed arricchite da sculture e rilievi e elementi architettonici, che all'interno della villa. Qui quattordici sale riccamente arredate secondo il gusto eclettico della seconda metà dell'800, frutto del gusto del penultimo proprietario privato della Villa, il tedesco di Lipsia Walter Erich Jakob Kees (1864-1906), e mantenute dai proprietari successivi, i milanesi di origine svizzera De Marchi, accoglie i visitatori ed offre loro la possibilità di respirare l'atmosfera di un lungo ed intenso passato. Antiche vestigia dovute alla vita monastica, tra cui un notevole affresco quattrocentesco di ambito lariano, preziosi mobili realizzati per i Kees nei prestigiosi laboratori veneziani di Michelangelo Guggenheim (1837-1914), rare ed eleganti tappezzerie in carta che imita il cuoio impresso di produzione tedesca, arredi di ambito maggiolinesco dovuti ai milanesi De Marchi, collezioni di vetri nei modi di Antonio Salviati (1816-90) e di altre manifatture veneziane, francesi, boeme e tedesche, oltre a sculture, dipinti, porcellane e maioliche ottocentesche accompagnano il visitatore in un percorso di grande suggestione, che culmina in un inconsueto bagno in stile pompeiano, dalle finestre delle si domina una straordinaria vista del lago nel punto più centrale. Infine il busto medaglione di Enrico Fermi, premio Nobel per la fisica, al quale è intitolata la sala più importante della Villa, realizzato dallo scultore milanese, liernese di adozione, Giannino Castiglioni (1884-1971).
Le collezioni si completano con la raccolta di strumenti scientifici appartenuti al Professor Giovanni Polvani (1892-1970), presidente della Società Italiana di Fisica e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, rettore dell'Università degli Studi di Milano, che furono utilizzati per lo studio dell'ottica, dell'elettrodinamica, della meccanica statistica, donati nel 2007 dall'Istituto di Fisica Generale Applicata dell'Università di Milano.