Raccolta di tessili

Definizione: raccolta

Tipologia: artistico

Datazione: 1929 - 1929

Istituto di conservazione: Museo della Basilica di S. Maria Assunta, Gandino (BG)

Consistenza

La raccolta di antichi tessili del Museo di Gandino è ricchissima e annovera, tra i circa 500 reperti che conserva, "gli esemplari necessari a illustrare la storia dell'arte tessile in Europa" (C. Buss, 2000, pp. 32, 36). I principali manufatti in ordine cronologico sono la dalmatica e la tunicella in velluto 'a inferriata' della metà del XV secolo, il Paramento di San Ponziano in 'velluto a griccia allucciolato' con il suo paliotto ricamato della seconda metà del XV secolo, il piviale in velluto alto-basso 'dogale' dell'inizio del XVI secolo. Altro nucleo di eccelsa qualità è quello dei tessili settecenteschi tra cui si segnala il baldacchino del Corpus Domini realizzato a Venezia nel 1729 su commissione della Confraternita del SS. Sacramento. La manifattura settecentesca più rappresentata è la Grand Fabrique lionese con oltre duecento reperti, tra cui si annoverano il paramento 'bizarre' di colore ceruleo, donato dalla famiglia Giovanelli nel 1713, gli originali paramenti color 'langouste' in stile Revel e il paramento 'in quinto' (ovvero composto da 2 pianete, 4 tunicelle e 5 piviali e varie insegne) del Corpus Domini la cui preziosissima stoffa fu acquistata a Lione nel 1769. Tra i ricami e i merletti che vanno a completare la collezione dei tessili spiccano l'inestimabile paliotto con monogramma imperiale ricamato dagli atelier milanesi della fine del XVI secolo e il velo di calice ricamato in seta e oro con applicazione di perline e coralli di una squisita bottega centro-italiana del XVII secolo. Tra i merletti si ricordano il camice di San Pio X con una balza di impalpabile trina di Bruxelles del XVIII secolo e il prezioso camice con alto merletto a fuselli lavorato in oro della produzione francese della prima metà del XVIII secolo.

Notizie storico critiche

La raccolta di antichi tessili conservata nel Museo della Basilica di Gandino è una delle più importanti d'Italia per il pregio e la vasta gamma di manifatture rappresentate. Questa straordinaria ricchezza deriva dai fiorenti scambi commerciali che tra Quatto e Settecento i mercanti gandinesi intrattennero nelle principali fiere d'Oltralpe commercializzando i pannilani prodotti nella Val Gandino. I favolosi guadagni e i prestigiosi contatti incentivarono l'acquisizione di manufatti artistici di eccezionale livello, tra cui in particolare tessuti, a cui si aggiunsero anche merletti e ricami, per i quali i gandinesi avevano una particolare sensibilità, dettata dalla loro secolare produzione. Tali tessuti, destinati alle dimore ma soprattutto donati alle chiese della terra natia, dovevano significare pubblicamente il prestigio sociale ed economico ma soprattutto la fede dei mercanti gandinesi. Talvolta fu la stessa chiesa a commissionare, tramite intermediari, grandi quantità di tessuto destinate alla liturgia. Furono proprio l'orgoglio civico e la fede a consentire che questa ricchissima collezione fosse conservata e mantenuta nel tempo, nonostante invasioni e razzie. I tessuti gandinesi ripercorrono, così, le principali tipologie dal XV secolo al XVIII. I preziosissimi velluti operati prodotti tra Quattro e Cinquecento sono presenti con esemplari straordinari nelle tre specie principali: il velluto "a griccia", il velluto "a cammino" e il velluto "alto-basso. L'altro nucleo di straordinario livello è quello del tessile settecentesco con tessuti strepitosi in filati d'oro e d'argento e sete dalle ricercate cromie prodotti principalmente a Lione e a Venezia. L'epoca barocca, caratterizzata da produzione tessili più sobrie e contenute nei decori, vede fiorire il ricamo e il merletto quali complementi indispensabili dell'abbigliamento profano ma anche dei paramenti liturgici. Veri capolavori di queste due tecniche sono conservati nel Museo dove sono ampiamente documentate le produzioni di Milano e dell'Italia Centrale per il ricamo, di Venezia e Genova per i pizzi ad ago, di Milano, delle Fiandre e di Francia per le trine a fuselli. Peculiarità del museo è la folta rappresentanza dei rarissimi merletti in oro e argento.