Museo Tesoro del Duomo

Definizione: collezione

Tipologia: artistico

Istituto di conservazione: Vigevano (PV)

Consistenza

Articolato in due sale con un percorso espositivo organizzato per tipologia di oggetti, il nucleo fondamentale e più antico della collezione proviene dalla donazione del duca Francesco II Sforza alla Diocesi di Vigevano nel 1534, quattro anni dopo l'elevazione della città a sede vescovile. Nella prima è esposta l'oreficeria: calici, reliquiari, croci processionali di varie epoche. Di grande interesse un pastorale in avorio riccamente lavorato, realizzato per l'occasione dell'elezione di Vigevano a diocesi nel 1533, una preziosissima "Pace" di scuola lombarda, di inizio Cinquecento in argento cesellata in oro considerata per l'impianto architettonico a tempio greco e per le dimensioni un unicum, quindi due preziose coppe eseguite da un argentiere di Norimberga ed acquistate dal Duca Francesco II per la sua residenza. Il Tesoro della Cattedrale conserva due messali romani uno miniato da Giovan Giacomo Decio, tra i più abili miniatori dell'epoca e l'altro del 1455-60 opera del ferrarese Guglielmo Girardi, inoltre un prezioso paramentale ricamato con fili d'oro, utilizzato da Napoleone Bonaparte per la sua incoronazione a Re d'Italia nel Duomo di Monza nel 1805.
Appesi alle pareti sei tavole di notevole qualità della prima metà del XVI secolo con le Storie della Passione di Cristo (l'Orazione nell'Orto, la Cattura, la Flagellazione, l'Andata al Calvario, la Crocefissione, la Resurrezione), considerate il capolavoro del maestro vigevanese Bernardino Ferrari, appartenenti agli sportelli dell'altare della Pietà nella cappella dei SS. Giacomo e Filippo, nel Duomo di Vigevano.
Nella seconda sala sono ospitati alcuni stendardi delle confraternite cittadine, ma soprattutto sette straordinari arazzi di manifattura fiamminga, di argomento biblico, facenti parte della collezione di panni donata da Francesco II Sforza, secondogenito di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este, alla città di Vigevano in occasione della sua elezione a sede vescovile. Il corpus di arazzi, conosciuti come la cosiddetta "serie blu" per il colore dominante della bordura, costituisce la maggiore raccolta italiana di arazzi di stile "pre-reinassance". L'ambiente custodisce anche cinque arazzi di Audenarde, la "serie gialla", dei primi del XVII secolo, con le imprese di Alessandro Magno.

Notizie storico critiche

Il Museo del Tesoro del Duomo, fondato nel 1958 e inaugurato nel 1968, è ospitato nelle sale cinquecentesche dell'antica Sagrestia superiore dei Canonici della Cattedrale (adiacente alla navata destra della chiesa), alla quale si accede da piazza S. Ambrogio. Gli straordinari manufatti sono organizzati per tipologia di oggetti. Il nucleo fondamentale e più antico della collezione proviene dalla donazione del duca Francesco II Sforza alla Diocesi di Vigevano nel 1534, quattro anni dopo l'elevazione della città a sede vescovile.
Nel 1529 Francesco II Sforza riusciva, grazie all'intercessione di Papa Clemente VII, a riavere il ducato di Milano ed ottenere il perdono di Carlo V, che, dopo averlo posto sul trono ducale nel 1521, glielo aveva tolto quattro anni più tardi accusandolo di tradimento per la congiura ordita dal suo consigliere Gerolamo Morone. Qualche mese dopo, Francesco ottenne dal pontefice anche che la sua città natale, Vigevano, assurgesse alla dignità di Diocesi e di città, realizzando quello che per anni era stato un sogno di suo padre: Ludovico il Moro. Recenti studi storici hanno infatti messo in luce un ambizioso progetto del Moro riguardante Vigevano e cioè l'erezione della città a sede vescovile allo scopo di creare con il vescovado "un ricco e prestigioso apparato ecclesiastico che potesse degnamente servire la corte, ormai pressoché stabilmente residente a Vigevano, e prevalentemente composto da uomini della corte"; il disegno del Moro era quindi un'intera città, compresa anche la sezione ecclesiastica, che fungesse da ideale cornice alla sua corte. Molto importante fu l'ottenimento da parte di Francesco II anche del diritto, per sé e per i suoi eredi, di nominare personalmente i vescovi alla Cattedra di Vigevano.
Innumerevoli suppellettili d'argento, arazzi, preziosi corali miniati, quadri, arredi lignei e paramenti liturgici giunsero a Vigevano per ornare la Cattedrale ed ancora oggi costituiscono la parte più importante del Museo del Tesoro del Duomo. Il concetto di Tesoro, anche se non esattamente il termine, era già presente negli antichi documenti ed inventari redatti dopo la donazione di Francesco II, dove l'attenzione maggiore era però principalmente rivolta alle argenterie. Oggi restano dell'antica donazione solo otto oggetti del prezioso metallo, ma alcuni di questi, cioè la pace, la croce astile, il calice episcopale ed i pastorali sono indiscutibilmente i più prestigiosi e preziosi dell'intera elargizione e con le loro peculiari caratteristiche ne hanno qualificato l'insieme.