Museo "Regina"

Definizione: collezione

Tipologia: artistico

Datazione: post 1920 - ante 1974

Istituto di conservazione: Mede (PV)

Consistenza

Il Museo conserva quarantotto sculture e cinquecento tra disegni, tempere e collages di Regina. L'importante corpus esposto, preceduto da pannelli illustrativi dell'Artista e del suo lavoro, permette di ricostruire quasi per intero il percorso di questo significativo personaggio, che ha attraversato, con rara coerenza e singolare capacità di sintesi, le esperienze più significative dell'arte del XX secolo. Tra le principali opere in mostra vi sono le creazioni futuriste in alluminio (Aerosensibilità, L'amante dell'aviatore, La Danzatrice e La Piccola Italiana), le creazioni in gesso (Testa di ragazzo, Ritratto di Luigi Bracchi, Scultura Concreta - Fiore a tre petali e Canarino), le creazioni in marmo (Il ritratto di Mariuccia Rognoni). Realizza anche opere due bassorilievi raffiguranti Cerbiatti e Gazzelle, gli Aironi, il Canarino, del quale esiste anche la versione in bronzo. L'importante corpus di opere permette di ricostruire quasi per intero il percorso di questo singolare personaggio, tra le pochissime figure femminili nel gruppo futurista, che ha attraversato, con rara coerenza e singolare capacità di sintesi, le esperienze più significative dell'arte del XX secolo. D'indubbia rilevanza, per la complessità dei riferimenti e delle indicazioni sul metodo di lavoro dell'artista, l'opera grafica conservata nel museo: gli studi della natura - i fiori soprattutto - i collages, i pastelli sui temi del suono delle campane ed una esemplare fase pittorica che si accosta ai modi dell'informale.

Notizie storico critiche

Il Museo Regina è l'unica realtà museale dedicata a un'artista donna in Lombardia, e certo una delle poche a livello nazionale. Il Museo nasce nel 1997 dal legato di opere di Regina Prassede Cassolo Bracchi (Mede 1894 - Milano 1974) al Comune di Mede, città natale dell'artista. Infatti dopo la morte della scultrice, in arte semplicemente Regina, avvenuta nel 1974, il marito Luigi Bracchi (Tirano 1892 - Milano 1978), pittore di origine valtellinese, decide di donare l'ingente corpus delle sue opere. La raccolta è ospitata dall'aprile 2004 in tre sala al secondo piano del Castello Sangiuliani e presenta un allestimento curato da Alberto Ghinzani, scultore di fama internazionale e docente all' Accademia di Brera. Attiva sin dagli anni Venti, Regina aderisce al secondo Futurismo negli anni Trenta e al MAC (Movimento Arte Concreta) nel 1951. Regina aderirà al Futurismo nel 1933, ma già prima di entrare ufficialmente nel movimento marinettiano, esordisce silenziosamente nell'avanguardia, avvicinandosi con le sue "teste" al primitivismo, alla scultura negra, di manufatti africani, "decidendo di sperimentare in prima persona quell'itinerario dal primitivo al contemporaneo che in Europa avevano già compiuto molti dei principali protagonisti dell'avanguardia" (Sacchini). I taccuini con i suoi schizzi e i volumi posseduti da Regina nella sua biblioteca, documentano che studia lo scultore ucraino Archipenko e Lucio Fontana.
Le critiche favorevoli nei confronti della scultrice inducono Luigi Colombo in arte "Fillia", esponente di spicco del Movimento futurista torinese, a chiederle nel 1933 di partecipare alla mostra "Omaggio a Boccioni" presso la Galleria Pesaro di Milano, avvicinandola, tra le pochissime artiste donna, al Secondo Futurismo. Nel 1934 partecipa alla XIX Biennale di Venezia e un anno dopo alla II Quadriennale di arte contemporanea di Roma. Dopo una pausa dovuta ad un soggiorno con il marito a Parigi, riprende i contatti con l'ambiente futurista. Nel 1951, terminata la parentesi della guerra, Regina inizia a concentrarsi sulla natura, creando sculture e dipinti dalle perfette forme geometriche, avvicinandosi al MAC ( Movimento Arte Concreta) fino al 1958, quando il gruppo si scioglie, e la scultrice lomellina inizia ad usare materiali e tecniche nuove, come plastica, plexiglas, acciaio e la fiamma ossidrica. In quest'ottica nel 1969 partecipa alla mostra dedicata al futurismo "Nuovi materiali, nuove tecniche" di Caorle e nel 1971 pubblica, per le edizioni Scheiwiller, il "Linguaggio del Canarino", monografia dedicata alla sua arte. Continua a partecipare a mostre sino al 1974 quando muore per le conseguenze di una caduta accidentale nella sua casa di Milano.