Martirio di Santa Caterina d'Alessandria

Luini, Bernardino

Martirio di Santa Caterina d'Alessandria

Descrizione

Autore: Luini, Bernardino (1481 ca.-1532)

Cronologia: ca. 1529 - ca. 1530

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: intonaco/ pittura

Descrizione: La parete laterale sinistra della cappella presenta la scena del primo martirio di santa Caterina. L'episodio descrive il miracolo che avvenne quando Caterina, per il prolungato e fermo rifiuto di adorare gli idoli pagani, fu condannata alla ruota dentata, che si ruppe impedendo così il compimento del martirio. La santa, inginocchiata al centro, indossa una veste rossa che le scopre il seno. A destra un aguzzino con la spada gesticola animatamente. Alle sue spalle la vista si apre su un paesaggio soltanto accennato, ma caratterizzato da numerosi cadaveri di soldati, colpiti a morte dall'intervento divino, descritto in alto. Da notare è la minuzia con cui sono restituite le ruote dentate, distrutte dal miracolo. L'impostazione complessiva è alquanto teatrale e non raggiunge gli effetti sperati di drammaticità.

Notizie storico-critiche: La decorazione della cappella fu commissionata dal procuratore milanese Francesco Besozzi, raffigurato in basso a sinistra nell'episodio della parete centrale. La datazione degli affreschi di Luini è da mettersi in stretta relazione alla data 1530, documentata dalla scritta ancora leggibile, sia pur non totalmente, sulla fascia marcapiano. Tale riferimento cronologico ha indotto a ritenere che gli affreschi siano stati avviati intorno al 1529, quindi nell'ultimo periodo di attività del pittore, morto nel 1532. In tal senso si giustifica pienamente il marcato patetismo delle figure, per esempio le espressioni "caricate" degli sgherri, oltre al forte naturalismo e alla posizione sgraziata del Cristo alla colonna, che incrocia le gambe assumendo una postura del tutto innaturale. E' infatti da rilevare come Bernardino Luini, negli anni tardi, abbandoni la monumentalità classica che aveva contraddistinto le sue prove precedenti. Allo stesso tempo, però, il pittore dimostra di aver assimilato la lezione raffaellesca, in seguito a un viaggio romano, come si evince nelle due scene della parte alta della parete, che suggeriscono confronti con i cartoni realizzati da Raffaello per gli arazzi della cappella Sistina. L'insistenza sulla sofferenza di Cristo è funzionale a coinvolgere il fedele, che in questo modo entra a far parte dell'episodio, quasi fosse un testimone diretto. Questa formula si inserisce appieno nella nuova esigenza di riforma della Chiesa e nelle pratiche della cosidetta "devotio moderna".

Collocazione

Milano (MI), Chiesa di S. Maurizio al Monastero Maggiore

Credits

Compilazione: Piazza, Filippo (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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