Milton detta il Paradiso perduto alla moglie e alle figlie

Bisi Michele

Milton detta il Paradiso perduto alla moglie e alle figlie

Descrizione

Autore: Bisi Michele (1788/ 1875)

Cronologia: ca. 1834

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta/ penna/ inchiostro/ matita

Misure: 367 mm. x 275 mm.

Descrizione: A penna e inchiostro bruno, tracce di matita su carta bianca; i piccoli fogli di carta velina con varianti per le figure delle due ragazze e del poeta Milton sono eseguiti con la sola matita

Notizie storico-critiche: Il foglio, come gli altri di Michele Bisi, è conservato in un album rilegato in pelle, con fregi dorati e la scritta, al centro, "Michele Bisi. Disegni".
lI disegno è uno studio preparatorio per l'acquerello dello stesso tema che Michele Bisi realizzò nel 1834, per commissione di Carlo Alberto re di Sardegna: la destinazione è precisata nella nota che accompagna la descrizione delle opere esposte alla mostra annuale dell'Accademia di Brera (cfr. "Le glorie delle belle arti", Milano, 1834, p. 158). In quegli anni, infatti, Carlo Alberto stava componendo una sua raccolta di acquerelli e disegni, che è tuttora conservata in un album, detto appunto "di Carlo Alberto", formato da circa cento fogli montati su cartoncino (Torino, Biblioteca Reale, Mss. Varia 217): tra gli altri, il "Milton", appunto, di Michele Bisi (cfr. M.C. Gozzoli, scheda n° 355, pp. 371-372, vol. I, in "Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna 1773-1861", catalogo della mostra, Torino 1980; F. Mazzocca "L'ideale classico. Arte in Italia tra Neoclassicismo e Romanticismo", Venezia, 2002, p. 567; una riproduzione dell'acquerello è in M.C. Gozzoli, M. Rosci, G. Sisto "L'opera grafica di Giovanni Migliara", Alessandria 1977, tav. 62).
Il tema del poeta inglese Milton che, ormai cieco, detta il suo "Paradiso perduto" alle figlie ebbe una discreta fortuna in epoca romantica: è ben nota, ad esempio, la versione che ne diede, tra i primi, Eugène Delacroix, e che l'artista espose al Salon nel febbraio 1828 (cfr. "Eugène Delacroix 1798-1863. Exposition du Centenaire", Parigi 1863, p. 44, cat. 105; ora in collezione privata americana). A Milano, Giovanni Migliara nel 1832 aveva dipinto un "Milton" ad acquerello monocromo, un tempo conservato nella raccolta torinese di Carmen Ferrero (cfr. A. Mensi "Giovanni Migliara 1785-1837", Bergamo, s.d., ma 1937ca, p. 99, cat. 1056): e forse fu proprio Migliara, che di Michele Bisi era buon amico, a suggerire il tema al pittore milanese.
Il foglio della collezione Lampugnani è uno studio preparatorio ormai ben definito nelle linee generali: Michele Bisi apporta, nell'acquerello, solo alcune varianti; la posizione del poeta, in piedi ed appoggiato ad una sedia, è già prevista nella seconda soluzione annotata a matita sulla velina incollata al disegno; aggiunge, seduta a destra, la figura della moglie; corregge appena la posizione della figlia seduta al tavolo; e aggiunge qualche dettaglio: la gabbietta appesa al muro, alle spalle delle ragazze, il barometro.
Nella raccolta Lampugnani esiste un altro disegno, con una diversa soluzione compositiva, per il tema del "Milton" (inv. 4980): una prima idea, forse, per l'acquerello del 1834; oppure, meglio, uno studio preparatorio per l'altra versione del "Milton", ancora all'acquerello e finora non rintracciata, che Michele Bisi espose nel 1842 alla mostra annuale dell "Accademia" di Brera ("Esposizione delle opere degli artisti e dei dilettanti nelle Gallerie dell'I.R. Academia di Belle Arti per l'anno 1842", Milano 1842, p. 24, n° 176; "Giudizio d'un amatore sulla esposizione dei lavori di Belle Arti dell'anno 1842", Milano 1842, p. 16).

Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli

Collocazione

Milano (MI), Museo Poldi Pezzoli

Credits

Compilazione: Monaco, Tiziana (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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