Ritratto di Anna Cecilia Visconti Maderna benefattrice

Ceresa, Carlo (maniera)

Ritratto di Anna Cecilia Visconti Maderna benefattrice

Descrizione

Autore: Ceresa, Carlo (maniera) (1609-1679), esecutore

Cronologia: post 1672

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 85,5 cm x 120,5 cm x 2,5 cm (intero)

Descrizione: Il dipinto raffigura la benefattrice dell'ospedale Anna Visconti Maderna ancora giovane, a mezza figura, leggermente di tre quarti con lo sguardo rivolto verso l'osservatore. Il corpo è avvolto da un ricco abito da cerimonia di broccato rosso, ricamato con eleganti motivi floreali d'oro e arricchito alle estremità da numerosi veli di pizzo; il collo, le mani e le orecchie sono arricchiti da più fili di perle e ricchi gioielli, mentre i capelli sono raccolti in un'elaborata acconciatura ornata di margherite che contorna il volto dall'espressione mite e pensosa. Nella mano sinistra, piegata davanti a lei, la donna stringe tra le dita il gambo di una rosa, mentre con la destra accarezza la testa di un cagnolino, accucciato su un tavolino al suo fianco; in secondo piano emerge dal fondo la sagoma della base di una colonna, in parte coperta da un tendaggio scuro di cui è visibile sulla destra anche una nappa che pende dall'alto.

Notizie storico-critiche: Il dipinto appartiene al nucleo più antico di opere della collezione di proprietà dell'Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, che si forma a partire dalla fine del XVI secolo e comprende i ritatti dei benefattori e delle benefattrici illustri dei due antichi ospedali, poi riunificati nel 1937, con una particolare predilezione per i membri di nobili famiglie milanesi e gli architetti impegnati nella costruzione dell'edificio. Qui viene ritratta Anna Cecilia Visconti Maderna, figlia di Boniforte Visconti e vedova di Giacomo Giovanni Maderna, benefattrice dell'istituzione con testamento redatto in data 29 aprile 1672, come riportato sulla tela in alto a destra e che dunque non si riferisce alla morte della donna.
Tra le prime ipotesi a livello attributivo appare un collegamento alla pittura di Carlo Ceresa sulla base di un raffronto con i numerosi ritratti di tradizione ospedaliera eseguiti dal pittore, nei quali si possono ritrovare la caratteristica impostazione del viso, la stessa resa meticolosa della ricca veste e la presenza del cagnolino accarezzato dalla donna (Spiriti, 1992): non è tuttavia lo sfarzo dell'abito a dare valore al ritratto, bensì la capacità dell'artista di percepire il temperamento e il carattere dell'effigiata, pur in una posa che segue le convenzioni fissate dalla tradizione e dall'etichetta, con un fondale scuro dal quale emerge un contorno di arredi limitati all'essenziale (un tavolo per potervi appoggiare la mano, un lembo di tenda appena accennato). (Vertola, 1983 e 1984)
In occasione degli studi effettuati per la mostra sul patrimonio degli Enti Ospedalieri della Regione Lombardia, è stata proposta una differente attribuzione che vede nelle scorrettezze e negli imbarazzi esecutivi presenti in alcuni punti del dipinto, la mano di un artista di grande talento ma ancora grezzo, quale potrebbe essere Vittore Ghislandi ancora nella sua fase giovanile, ma il cui temperamento sarebbe già ravvisabile nella ricerca della bellezza di materiali e stoffe, nonchè nell'uso di un colore pastoso (Gregori, 2009).

Collocazione

Provincia di Milano

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Fatebenefratelli e Ospedale Sacco

Credits

Compilazione: Vertechy, Alessandra (2002)

Aggiornamento: Uva, Cristina (2009)

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