Vetrata

Carpi Aldo; Tevarotto Angelo

Vetrata

Descrizione

Identificazione: Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre

Autore: Carpi Aldo (1896/ 1973), progettista; Tevarotto Angelo, esecutore

Cronologia: post 1939

Tipologia: vetri

Materia e tecnica: vetro/ pittura

Misure: 465 cm x 465 cm (intero)

Descrizione: La vetrata raffigura il tema sacro della Cacciata dal Paradiso terrestre: Adamo ed Eva si trovano al centro della composizione, il corpo proteso in avanti nella fuga, le gambe piegate nell'atto della corsa. Adamo guarda dritto davanti a sé, invece Eva porta il braccio sinistro dietro la sua testa e con il capo si rivolge all'indietro, mentre con la mano destra si copre il corpo con un panneggio rosso. Alle loro spalle, sul lato sinistro della composizione, la figura dell'Arcangelo vestito di porpora, li sovrasta: ha il braccio sinistro teso in avanti con il dito indice puntato ad indicare l'allontanamento dall'Eden, mentre nella mano destra impugna la spada. La parte alta della scena è occupata da un tondo di fuoco all'interno del quale appare la figura di Dio Padre, mentre tutt'intorno viene raffigurato il Giardino dell'Eden, rigoglioso di piante e arricchito dalla presenza di molti animali, fra i quali spicca nell'angolo in basso a sinistra il serpente.

Notizie storico-critiche: L'opera fa parte del progetto iconografico pensato dall'allora arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster per le vetrate dell'abside della Chiesa dell'Annunciata presso Niguarda, una storia in tre episodi dal peccato originale all'Incarnazione: questa vetrata venne realizzata nel 1939 dal Laboratorio milanese di Angelo Tevarotto su progetto di Aldo Carpi, che prima di arrivare alla versione definitiva del cartone elaborò ben sei o sette studi a colori, utilizzando per le figure umane modelli dell'Accademia di Brera. (Carpi, 1939)
La sua vetrata è la più concitata e sofferta tra le tre rappresentazioni, in quanto Carpi cerca di conferire ai suoi protagonisti un vero senso di colpa e smarrimento dopo il peccato appena commesso, per cui i due progenitori sembrano essere sospinti all'esterno dell'opera dall'imperioso e immobile angelo che li caccia, sotto lo sguardo giudice e impassibile del Padre Eterno. (Crivelli, 1990) Tutto intorno a loro la narrazione si sviluppa in un fittissimo intreccio di animali, piante e fiori del Paradiso Terrestre, dai precisi significati simbolici: i cervi che si dissetano nel ruscello sono un simbolo biblico dell'anima che anela a Dio; le colombe che volano sullo sfondo sono la promessa di una pace futura; l'agnello alle spalle dell'angelo, posto proprio sopra il serpente, è il segnale della futura Redenzione; non mancano infine alcuni tocchi di pura liricità, offerti dalle anatre e dalle ranocchie che nuotano nello stagno e lungo i margini della vetrata. (Pontiggia, 2009)
Nel corso del suo percorso artistico Carpi si confrontò più volte con la vetrata, in particolare incentrata sui misteri evangelici, andando a ribadire uno degli aspetti più affascinanti della sua arte, ovvero il tentativo esprimere una verità invisibile, di materializzare i punti più profondi della sua coscienza e del suo consapevole e intenso senso religioso (Biscottini, 2006): Carpi fu un pittore dello spirito più che della materia, amò Dio e la natura con sincero fervore, conferendo così ai suoi personaggi una vena di poesia, una personale nobiltà a tratti decorativa e simbolica, a tratti irreale e lontana. (Borgese, 1955).
Dal punto di vista tecnico, la ricerca di Carpi non si orienta in questi primi anni del Novecento, verso una direzione futurista, ma più che altro riprende quel modo di fare simbolista inaugurato in Bretagna da artisti del calibro di Gauguin, Bernard e Denis alla fine dell'800: i suoi temi biblici in particolare vi si riallacciano per la loro atmosfera astratta e trasparente, per la ricerca di colori favolosi e irreali, che Carpi gode a obbligare nei limiti ristretti degli scomparti di ferro. A questa ripresa dell'arte francese si aggiunge inoltre la conoscenza e vicinanza con gli artisti del movimento "Novecento", dai quali riprende l'accentuazione del dato anatomico, la nitidezza formale e la compostezza tipica della statuaria. (De Carli, 1990)

Collocazione

Provincia di Milano

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Grande Ospedale Metropolitano Niguarda

Credits

Compilazione: Uva, Cristina (2009)

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