Bersagliere ciclista che scrive

Funi, Achille Virgilio Socrate

Bersagliere ciclista che scrive

Descrizione

Autore: Funi, Achille Virgilio Socrate (1890-1972)

Cronologia: 1915

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta/ grafite

Misure: 288 mm x 217 mm

Descrizione: matita di grafite su carta

Notizie storico-critiche: Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, molti artisti favorevoli all'intervento dell'Italia in guerra, accanto alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Russia, si schierano nel fronte interventista arruolandosi come volontari. I futuristi di stretta osservanza, insieme a quelli indipendenti vicini al movimento che confluiranno nel gruppo di "Nuove Tentenze", furono tra i più accaniti interventisti, desiderosi di sconfiggere l'impero asburgico e ricongiungere Trento, Trieste e Gorizia alla patria. Nel maggio 1915 infatti Boccioni, Bucci, Erba, Funi, Marinetti, Piatti, Sant'Elia e Sironi entrano a far parte del Corpo Nazionale dei Volontari Ciclisti Automobilisti e partecipano alla presa di Dosso Casina.
Funi, che in seguito combatterà come tenente dei bersaglieri sul Piave fino al 1917, fra le trincee e durante le pause dalle operazioni belliche realizza più di cinquecento schizzi a penna e inchiostro, matita e acquerelli, nei quali non descrive la visione eroica della battaglia, ma raffigura invece scene ordinarie di vita del campo militare. Di questi fogli, la maggior parte dei quali dispersi nelle operazioni di ritorno dal fronte, dodici opere (invv. 2773 B 1010; 2774 C 359; 2775 B 1011; 2776 B 1012; 2777 B 1013; 2778 B 1014; 2779 B 1015; 2780 B 1016; 2781 B 1017; 2782 B 1018; 2783 B 1019; 2783 B 1020) sono state acquistate nel marzo del 1938 dalla Galleria il Milione, presso la quale l'artista avevo esposto, nella primavera dell'anno precedente, una serie di disegni e tempere risalenti al periodo compreso tra 1911 e 1920, oltre ad alcuni cartoni colorati realizzati per gli affreschi di Ferrara e di Tripoli. È probabile pertanto che i disegni in questione furono presentati alla mostra del pittore ferrarese in quella stessa occasione, nonostante l'assenza di documenti che ne attestino l'effettiva presenza all'interno dell'esposizione.
In queste opere Funi non indaga l'evento tragico della guerra, le emozioni o i sentimenti dei compagni di battaglia, ma esprime il desiderio di descrivere la realtà quotidiana attraverso una formula fortemente sintetica. All'interno di trincee e baracche, le sagome dei soldati sono descritte mediante segni e linee essenziali che in alcuni casi si irrobustiscono mentre in altri si spezzano; inoltre, all'interno delle diverse composizioni le figure più abbozzate acquistano una maggiore stabilità, senso prospettico ed equilibrio compositivo nei rapporti tra forma e dimensioni. Tali fogli sono la sintesi di un percorso autonomo legato ancora alla sigla cubo-futurista che a sua volta si somma a un segno cezanniano del tutto personale. Oltre alla matita dal segno grosso e spesso interrotto, Funi crea delle composizioni con acquerelli corposi, in cui le figure si innestano all'interno del paesaggio che le circonda, diventando un tutt'uno con esse. In queste opere "non c'è differenza tra il bersagliere e la gavetta che tiene in mano; i soldati di Funi sono volti senza volto, l'emozione è nella forma, nel ritmo dei volumi, mai nell'espressione individuale" (De Stasio 1991).
Sul verso di ogni foglio è presente l'iscrizione a matita con la data e l'indicazione della scena raffigurata.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Mascellino, Bruno (2017)

Aggiornamento: Bergamo, Lucia (2018)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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