Piviale

manifattura veneziana

Piviale

Descrizione

Identificazione: Assunzione della Madonna

Denominazione: Piviale di San Ponziano

Ambito culturale: manifattura veneziana

Cronologia: 1450 - 1499

Tipologia: paramenti liturgici

Materia e tecnica: seta/ velluto allucciolato o bouclé; seta/ ricamo a riporto

Misure: 302 cm x 137 cm

Descrizione: Il piviale è confezionato con velluto rosso cremisi alto-basso allucciolato e presenta nel decoro una variante della cosiddetta 'griccia': la successione di grandi tronchi ondulati, disposti in verticale, crea in questo caso larghe maglie romboidali segnate ai quattro angoli da grandi palmette includenti al centro un fiore di cardo. Sul fondo, in teletta d'oro, sono disegnati in velluto riccio rami che si intrecciano e che recano mazzetti di tre melagrane e foglie. Lo stolone e lo scudo (o capino) sono costituiti da ricami a riporto in seta policroma, oro e argento, raffiguranti sul capino l'Assunzione della Madonna e sullo stolone Gesù Cristo benedicente al centro e ai lati entro edicole i Quattro Evangelisti e i Dottori della Chiesa.

Notizie storico-critiche: Il piviale fa parte del Paramento di San Ponziano, utilizzato anticamente il 13 di agosto per la festa del principale santo patrono di Gandino, le cui reliquie furono donate nel 1654: il paramento è composto anche da una pianeta e da due tunicelle confezionate con lo stesso tessuto e adornate di simili ricami in oro, argento e seta. Dello stesso tessuto si conservano al Museo anche due stole, tre manipoli e un paliotto. Questo velluto operato a due altezze con allucciolature d'oro (ovvero anelline metalliche sollevate) è uno dei più preziosi del Rinascimento, tanto che i principali musei ne conservano solo qualche frammento, mentre a Gandino è presente un'intero paramentale, adornato anche di uno splendido ricamo coevo. Il disegno 'a griccia', termine usato da un tessitore fiorentino nel cosiddetto "Trattato della seta del Quattrocento", nasce all'inizio del secolo XV e viene replicato con qualche variante fino alla seconda metà del Cinquecento: la più consueta successione verticale di tronchi ondulati segnati da grandi infiorescenze viene qui organizzata in modo da formare grandi maglie con fiori agli angoli. Il tronco spoglio ma con grandi fiori sta ad indicare il "Lignum vitae", il legno della croce vivificato da Cristo, mentre le foglie arricciate e spinose del cardo ricordano i tormenti della Passione. Il paramento è stato riferito alla manifattura veneziana da C. Buss: questo riferimento sarebbe ulteriormente confermato dall'analisi delle cimose e dei ricami, simili questi ultimi a quelli di una pianeta della chiesa di San Bartolomeo a Salzano vicino a Venezia (cfr. S. Tomasini in "Museo della Basilica di Gandino ..., 2012, pp. 70-71, con riferimenti alle tesi di laurea di M. Parati, 2004-2005, e di S. Martinelli, 2009-2010). L'importanza e la rarità di questo paramento ha fatto sì che fosse presente in varie esposizioni, nel 1930 a Londra, nel 1937 a Roma e nel 1956 all'Aia.

Collezione: Raccolta di tessili

Collocazione

Gandino (BG), Museo della Basilica

Credits

Compilazione: Civai, Alessandra (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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