Ritratto dell'abate Angelo Lechi

Ceruti, Giacomo detto il Pitocchetto (attribuito)

Ritratto dell'abate Angelo Lechi

Descrizione

Identificazione: Ritratto d'uomo

Autore: Ceruti, Giacomo detto il Pitocchetto (attribuito) (1698-1767)

Cronologia: post 1730 - ante 1735

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 95,7 cm x 128,3 cm

Descrizione: La presentazione essenziale e disadorna del personaggio ripreso di tre quarti davanti a un fondale neutro, la scelta di una gamma cromatica limitata alle terre e ai bruni, la stesura sciolta e abbreviata che affida al colore la costruzione delle forme, in un approccio al modello che rifiuta la mediazione del disegno, sono le caratteristiche che contraddistinguono la tela in esame.

Notizie storico-critiche: Il ritratto proviene dalle collezioni settecentesche della famiglia Lechi e il personaggio raffigurato è tradizionalmente riconosciuto nell'abate Angelo (1699-1757), esponente della nobile casata bresciana, fratello di Bernardino e Pietro Lechi, che fecero costruire a partire dalla fine degli anni Trenta del Settecento la residenza di Montirone. Nell' "Inventario della Galleria ed altra roba Lechi rubata a Brescia", compilato il 28 luglio 1799 da Faustino Lechi, in un documento è menzionato un gruppo di quattro ritratti ovali, tra cui quello "del zio Abate" e "della sorella Monaca", in cui sono da riconoscere quello in esame e il Ritratto di Santa Lechi, entrambi conservati nel museo monteclarense e preziose testimonianze del legame tra i Lechi e il celebre pittore milanese. Il volto affilato di Angelo Lechi rappresenta una delle immagini più eloquenti della ritrattistica di Ceruti negli anni tra il 1720 e il 1735, quando l'artista è documentato a Brescia.
L'opera si colloca in quell'ideale galleria di personaggi del clero effigiati dal pittore che comprende non pochi capolavori, tra cui il Ritratto di ecclesiastico del Credito Bergamasco e il Ritratto del parroco di Breno Giulio Cattaneo in collezione privata. Recentemente si è osservato come quest'ultimo, databile con sicurezza al 1732, riveli "chiarissime affinità" con la tela in questione, al punto di suggerire una prossimità cronologica.

Collezione: Collezione privata Luigi e Piero Lechi

Collocazione

Montichiari (BS), Sistema Museale Montichiari Musei. Museo Lechi

Credits

Compilazione: D'Attoma, Barbara (2005)

Aggiornamento: Boletti, Elisa (2013); D'Attoma, Barbara (2014)

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