Donna che fa la calza

Ceruti, Giacomo detto il Pitocchetto (attribuito)

Donna che fa la calza

Descrizione

Autore: Ceruti, Giacomo detto il Pitocchetto (attribuito) (1698-1767)

Cronologia: post 1730 - ante 1734

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 145 cm x 126,7 cm

Descrizione: L'anziana donna, seduta di profilo sopra un grande sasso e intenta nello svolgimento di un lavoro manuale, stringe fra le mani i quattro ferri tradizionalmente utilizzati per fare la calza, riconoscibile nel panno chiaro che dalle mani le ricade sul fianco destro.

Notizie storico-critiche: Nella tela si palesa la notevole maestria tecnica del Ceruti, il cui pennello definisce anche i dettagli più minuti del volto e delle vesti sdrucite, modulando i bianchi del fazzoletto annodato sotto il mento e giocando sapientemente con lo spessore, la direzione e l'opacità dei tocchi che percorrono le vesti cenciose. L'intensità sprigionata dal profilo netto e scuro, stagliato sul fondo spoglio e quasi monocromo, al pari dello sguardo perso nel vuoto, non concede allo spettatore alcuna distrazione, costringendolo a una partecipata meditazione.
Questo noto capolavoro di Giacomo Ceruti è dotato della cornice originale e corrisponde a una delle 22 grandi tele, storicamente documentate a Brescia, raffiguranti a grandezza naturale e con ineguagliato realismo, accattoni, vagabondi e pitocchi (ovvero poveri). Non vi è certezza su quale nobile famiglia bresciana abbia commissionato questo gruppo di tele al pittore milanese verso il 1730, ma è noto che per una serie di circostanze ereditarie, è riunito nel corso dell'Ottocento nell'importante collezione dei Fenaroli Avogadro, dispersa nel 1882. In quell'occasione un gruppo di 15 "pitocchi" della serie è acquisito dai conti Salvadego per il castello di Padernello. Da allora questo omogeneo gruppo di opere è stato denominato "Ciclo di Padernello", dedicato forse a una nuova rappresentazione del soggetto popolare, molto richiesto dai collezionisti dell'epoca. Nel 1973, quando Luigi Lechi lo acquistò, il dipinto si trovava ancora nel castello Salvadego di Padernello.

Collezione: Collezione privata Luigi e Piero Lechi

Collocazione

Montichiari (BS), Sistema Museale Montichiari Musei. Museo Lechi

Credits

Compilazione: D'Attoma, Barbara (2005)

Aggiornamento: Boletti, Elisa (2013); D'Attoma, Barbara (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).