I Tre Crocifissi

Foppa Vincenzo

I Tre Crocifissi

Descrizione

Identificazione: Cristo crocifisso tra i due ladroni

Autore: Foppa Vincenzo (1417-1420/ 1516)

Cronologia: 1456

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tavola/ pittura a tempera

Misure: 38,8 cm x 68,5 cm

Notizie storico-critiche: Si ignora l'originaria collocazione dell'opera, che fu citata per la prima volta dal conte Giacomo Carrara in una lettera del 1764 all'erudito Giovanni Bottari, subito dopo l'acquisto del dipinto probabilmente sul mercato antiquario bergamasco. Carrara si dichiara entusiasta del dipinto perché tavola originale del Foppa, firmata e datata, e per la suggestiva soluzione della storia sacra inquadrata entro un arco, dipinto in primo piano. Per le piccole dimensioni e per il soggetto l'opera, sulla quale è inciso il tracciato prospettico, era probabilmente destinata alla devozione privata come stimolo e supporto alla preghiera individuale. Si tratta della prima opera firmata e datata del pittore e fornisce anche una preziosa indicazione sulle sue origini bresciane. L'aggiornamento alle novità toscane nella resa spaziale prospettica e nell'evidenza plastica dei corpi è stato quasi sempre sottolineato dalla critica in rapporto al clima artistico padovano del tempo, rinnovato da Donatello, presente nella città veneta dal 1443 al 1453. Roberto Longhi (1929, 1942), oltre a questi elementi, evidenzia i caratteri specifici lombardi da individuarsi soprattutto nell'uso particolare della luce. Marisa Dalai Emiliani (1971) mette in evidenza l'interpretazione personale delle leggi della prospettiva geometrica toscana, applicate da Foppa con deroghe dovute a motivi simbolici, come emerge dalle proporzioni ingigantite della figura di Cristo rispetto a quelle dei ladroni. Generalmente accettata come 1456, la lettura della data apposta sul dipinto ha talvolta destato qualche perplessità fino a essere messa in dubbio da Giovanni Agosti (1990, 1997) che vi legge l'anno 1450, giudicato più convincente anche da Giovanni Romano (2003). Questa data infatti corrisponderebbe meglio al grande impatto suscitato dall'Altare del Santo, scolpito da Donatello a Padova a partire dal 1446 e scoperto nel 1450. Oltre all'influsso di Jacopo Bellini nel partito decorativo e architettonico e di Gentile da Fabriano nel fiabesco paesaggio sullo sfondo, quest'opera è infatti soprattutto debitrice della vibrante luminosità e del plasticismo drammatico dei corpi delle opere di Donatello.

Collezione: Fondo Carrara

Collocazione

Bergamo (BG), Accademia Carrara - Museo

Credits

Compilazione: Oprandi, Cristina (1996)

Aggiornamento: Panzeri, Matteo (1999); Trichies, Silvia (1999); Civai, Alessandra (2006); Muzzin, Silvia (2006); Civai, Alessandra (2012); Fracassetti, Lisa (2012); Civai, Alessandra (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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